Medicina
Cibi e dieta contro le infiammazioni

Un'infiammazione è un processo naturale che il nostro corpo utilizza come meccanismo di difesa per combattere le infezioni e guarire da eventuali lesioni. Tuttavia, quando diventa cronica, portando al cosiddetto stress ossidativo, può causare danni e contribuire allo sviluppo di numerose malattie, tra le quali alcune patologie cardiache, diabete, artrite e disturbi digestivi. Per contrastare queste problematiche è possibile adottare un particolare regime alimentare: la dieta antinfiammatoria.
La ricerca scientifica ha dimostrato che determinati alimenti possono diventare potenti alleati nella riduzione dell'infiammazione e nel mantenimento di una salute ottimale. Alcuni prodotto alimentari contengono composti attivi, come antiossidanti e acidi grassi sani, che possono contrastare l'infiammazione, favorire la guarigione e promuovere una risposta immunitaria equilibrata.
Nonostante questo, l’attuale scienza medica non permette di sostituire un’eventuale cura terapeutica con l’adozione di un regime alimentare più corretto. Uno stile di vita, per quanto sano e invidiabile, non può in questo momento ottenere lo stesso risultato di consulti e terapie di natura medica. In ogni caso è innegabile che l’assunzione di determinati alimenti, in sostituzione di altri meno salutari, può dare una mano concreta alla salute del nostro organismo, aiutandoci a prevenire il sorgere di determinate problematiche o a peggiorare le infiammazioni già in corso.
Ma quali sono gli alimenti antinfiammatori da poter inserire nella propria dieta? Scopriamo insieme alcuni dei più comuni.
Cos’è una dieta antinfiammatoria e a cosa serve
Una dieta antinfiammatoria è un tipo di regime alimentare immaginato per ridurre l'infiammazione nel corpo. Si concentra sull'assunzione di alimenti che aiutano a ridurre l'infiammazione e limita o vieta del tutto gli alimenti che possono contribuire a peggiorare l’infiammazione. Seppur non ci sia alcuna prova scientifica del fatto che determinati alimenti possano comportare l’aumento dello stress ossidativo, è innegabile che non contribuiscono a mantenere la salute dell’organismo prodotti come: carboidrati raffinati (pane bianco e dolci), frittura, bevande zuccherate, le carni rosse e lavorate, margarina, lardo e strutto. Tutti alimenti che, per ovvi motivi, non possono rientrare nel piano alimentare di una dieta antinfiammatoria.
Fermo restando dunque che l’adozione di un determinato regime non garantisce risultati dal punto di vista medico, a cosa serve davvero una dieta infiammatoria? Sostanzialmente a ridurre l'infiammazione e a fornire ulteriori benefici per nostra salute. Questo tipo di dieta può contribuire a contrastare un’infiammazione in corso grazie all'assunzione di cibi che contengono antiossidanti, fitonutrienti e acidi grassi sani. Questi composti possono aiutare a neutralizzare i radicali liberi, ridurre lo stress ossidativo e modulare la risposta infiammatoria del nostro organismo.
Per riassumere, i potenziali benefici dell’adozione di questo tipo di dieta possono essere:
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la riduzione del rischio di malattie cardiovascolari;
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il controllo del diabete;
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il miglioramento della salute delle nostre articolazioni, se l’infiammazione è coinvolta nella patogenesi delle malattie articolari;
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la promozione di una buona salute digestiva, ideale per prevenire disturbi come la sindrome dell’intestino irritabile;
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il supporto del sistema immunitario;
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il mantenimento di un peso corporeo sano e non alterato.
È importante sottolineare che una dieta di questo tipo dovrebbe essere però considerata come parte di uno stile di vita complessivo sano, che includa anche l'esercizio fisico regolare, il controllo dello stress e altre pratiche utili per il nostro benessere. Inoltre, è consigliabile consultare un professionista della salute, come un dietista o un medico, per ottenere consigli personalizzati in base alle proprie esigenze specifiche.