Medicina
Coronavirus, l'Oms denuncia: "Allarme infodemia", le fake new sul virus cinese
Il Coronavirus è diventato il soggetto principale delle fake news che corrono in rete. Ecco tutte le bufale sul virus cinese
L'Oms denuncia la mole enorme di disinformazione associata al Coronavirus. Ecco le principali fake news e bufale sul virus cinese - Salute e benessere
Il Coronavirus fa paura e alcune informazioni che circolano su Internet non fanno che aumentare il panico generale (qui tutte le notizie vere sul contagio e come prevenirlo). L'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) denuncia che l'epidemia di 2019-nCoV è accompagnata anche da un'ampia "infodemia", ovvero un eccesso di informazioni molto spesso verificate o vere e proprie fake news che rendono difficile informarsi in modo corretto.
Coronavirus, Oms: "Siamo in prima linea contro le fake news" - Salute e benessere
"A causa dell'elevata richiesta di informazioni tempestive e affidabili sul 2019-nCoV, - afferma l'Oms - i team di comunicazione e social media dell'Oms stanno lavorando a stretto contatto per rintracciare e rispondere a miti e voci non attendibili. Attraverso la sua sede centrale a Ginevra, i suoi sei uffici regionali e i suoi partner, l'Organizzazione lavora 24 ore su 24 al giorno per identificare le dicerie più diffuse, potenzialmente dannose per la salute pubblica, come le false misure di prevenzione o di cura. Queste" 'fake news' "vengono confutate con informazioni basate sull'evidenza scientifica, anche attraverso i canali social (Weibo, Twitter, Facebook, Instagram, LinkedIn, Pinterest) e il sito web".
Coronavirus: le bufale che circolano in Italia - Salute e benessere
In questi giorni è stata diffusa online una falsa schermata del televideo in cui si parlava di un presunto caso di Coronavirus in un 45enne di Arezzo che è stato smentito dall'Asl. Una fake news simile citava invece una ragazza di 34 anni cinese colpita dal virus.
Coronavirus, fake news: la cura con la candeggina e virus cinese come arma batteriologica - Salute e benessere
Le fake news viaggiano anche all’estero. La più celebre è quella resa celebre dal Washington Times, quotidiano nato in Corea del Sud e da non confondere con il più autorevole Washington Post, che ha riportato le dichiarazioni di Dany Shoham, ex ufficiale del Mossad israeliano. Quest’ultimo, che ha smentito tutto a Poytner, avrebbe affermato che il Coronavirus fosse nato nell’ambito della guerra batteriologica.
Altri affermavano invece che il Coronavirus fosse stato creato in laboratorio dalle aziende farmaceutiche finanziate da Bill Gates, fondatore di Microsoft, in modo da ottenere guadagni spaventosi dalla vendita del vaccino. Ovviamente è tutto falso e, anzi, Gates ha donato 10 milioni di euro per finanziare la ricerca di una cura per il virus cinese.
Dagli USA arrivano anche fantomatiche cure miracolose che potrebbero essere rivelarsi davvero pericolose per la salute. Il Coronavirus si potrebbe sconfiggere facilmente con la tachipirina ma si parla anche di una cura basata sull’assunzione di candeggina industriale diluita. Ovviamente si tratta solo di invenzioni.
In rete circola anche voce che in realtà il vaccino contro il Coronavirus sia già pronto. La verità è che ci vorrà ancora del tempo. I ricercatori dell'ospedale Spallanzani che hanno isolato il codice genetico del virus cinese in Italia affermano che la cura preventiva potrebbe essere pronta entro 20 mesi.
Coronavirus, bufala WhatsApp: "Virus cinese nato in laboratorio"
Recentemente è circolato su WhatsApp un messaggio audio di un fantomatico italiano residente in Cina che affermava che il Coronavirus fosse una versione potenziata della Sars realizzata in un laboratorio di Wuhan a scopo militare. La struttura effettivamente esiste e si chiama Wuhan National Biosafety Laboratory. Il centro è stato realizzato nell'ottica di un memorandum tra Cina e Francia e si occupa di biosicurezza e non armi batteriologiche. L'autore del messaggio parla anche di un volo con 200 passeggeri partito dal focolare del contagio e atterrato a Roma che non è mai avvenuto.
Coronavirus, ristoranti cinesi: nessun rischio per la salute a frequentare le attività frequentate dai cinesi - Salute e benessere
La psicosi ha colpito durante anche i negozi e le attività cinesi. Cicolano infatti voci che ristoranti e punti vendita di proprietà di cittadini provenienti dal Paese del Dragone aumentino la possibilità di venire contagiati dal virus cinese. Si tratta di una bufala, come ha confermato il celebre virologo Roberto Burioni. A Milano infatti si stanno preparando le opportune misure nella chinatown locale, in zona Paolo Sarpi, per combattere fenomeni di allarmismo e razzismo. Ricordiamo che il Coronavirus non si tramette per via alimentare ma solo con il contatto diretto con persone che hanno già sviluppato i sintomi.