Medicina

Ingrassare, il colpevole non è il metabolismo ma l’età e il cibo

di Daniele Rosa

I neonati “bruciano” il doppio degli adulti, secondo uno studio americano pubblicato su Science

“Ingrasso perchè ho un metabolismo che mi fa assimilare tutto, non mi fa bruciare nulla, appena mangio qualcosa lo assimilo” sono le tante frasi comuni che sentiamo molto spesso dire per giustificare l’aumento di peso. Adesso questa credenza sembra essere superata.

Uno studio infatti, il cui autore capofila è Herman Pontzer, della Duke University (USA), ha elaborato dati da 6.500 persone di età compresa tra 8 giorni e 95 anni. Il metabolismo, cioè l'insieme delle reazioni chimiche che avvengono nelle cellule del corpo per convertire il cibo in energia, non è più la causa principale dell’aumento di peso, ma solo un capro espiatorio.

Infatti il corpo, con l’avanzare dell’età, perde il potenziale per bruciare calorie. Nell’articolo pubblicato su Science si legge che questa capacità aumenta nel primo anno di vita, quando il corpo ha necessità di completare i suoi sistemi, diminuisce fino all'età di 20 anni, rimane stabile fino all'età di 60 anni e diminuisce dalla terza età.

Oltre a questi quattro periodi fondamentali del metabolismo, l’analisi conferma che non esistono reali differenze tra i tassi metabolici di uomini e donne a condizioni simili.

 

I risultati indicano che il dispendio energetico totale giornaliero aumenta rapidamente nei neonati e diventa il doppio del valore medio degli adulti, tuttavia, dopo un anno, diminuisce fino a raggiungere livelli che, tra i 20 e i 60 anni, si mantengono stabili. E questo anche durante la gravidanza.

“Da quell’età-sostiene Pontzer- diminuisce fino a raggiungere i livelli più bassi negli ultimi anni di vita”.

 

Questi risultati fanno luce sullo sviluppo umano e sull'invecchiamento e dovrebbero aiutare a modellare le strategie nutrizionali e sanitarie per tutta la vita.

 

Rozalyn Anderson, che da professore di medicina studia l’invecchiamento  presso l'Università del Wisconsin-Madison, sostiene che “Il metabolismo non riguarda solo l'energia, riguarda il modo in cui il corpo gestisce il carburante nutritivo e lo trasforma in valuta energetica utilizzabile. Un qualcosa che comprende anche la sintesi, la modifica e lo scambio di tutti gli aspetti della funzione cellulare. E’ un sensore e un regolatore. Le richieste energetiche dell'attività fisica si sovrappongono a un macchinario ampiamente integrato”.

Quindi sembrano non esserci più scuse all’aumento di peso " Quando si pesa di più è perchè, semplicemente, mangiamo più calorie di quante ne bruciamo”.

Nel caso dei bambini lo studio rivela qualcosa di ancora non conosciuto e cioè che nei bambini il dispendio energetico è più elevato, ma il loro dispendio energetico aumenta più di quanto ci si aspetti relativamente alla taglia e alle caratteristiche del corpo. “All'interno delle cellule del bambino succede qualcosa che le rende più attive e ancora non sappiamo quali siano i processi” sostiene Pontzer.

Secondo la Duke University, che ha sostenuto lo studio, il metabolismo dei bambini può in parte spiegare perché i bambini che non mangiano abbastanza durante quel periodo di sviluppo hanno meno probabilità di sopravvivere e diventare adulti sani.

 

Questo metabolismo accelerato dei bambini diminuisce in media del 3% ogni anno fino a raggiungere i 20 anni. Poi rimane stabile fino all'età di 60 anni, anche in condizioni di gravidanza, quando si potrebbe pensare che in quel periodo ci sia un dispendio maggiore.

Dai 60 in poi il nostro  metabolismo inizia a perdere potere. Da quel momento in poi, perde lo 0,7% di energia ogni anno, così che una persona over 60 ha bisogno del 26% in meno di calorie rispetto a quarant'anni prima.

L’analisi del ricercatore americano conclude che “Ci sono molti cambiamenti fisiologici tra la crescita e l’invecchiamento, dalla pubertà, alla menopausa e ad altre fasi della vita. La cosa strana è che il calendario delle fasi metaboliche della nostra vita non sembra coincidere con quelle tappe fondamentali”.