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Medicina
L’Italia aiuta il Marocco ad accorciare le distanze della cura con Mama Sofia

Il progetto della fondazione di Zakia Seddiki Attanasio è stato inserito nel Piano Mattei per l'Africa ed ha ottenuto il patrocinio del ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale

Mama Sofia accorcia le distanze della cura”, il progetto di telemedicina promosso dalla fondazione Zakia Seddiki Attanasio e dedicato alla memoria del marito ed ex ambasciatore italiano ucciso nel 2021 nella Repubblica democratica del Congo, si è posta obiettivi ambiziosi per il Marocco. Il progetto patrocinato dal ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale si propone di tracciare i pazienti cronici tramite braccialetti elettronici, migliorare l'accesso alle cure per gli abitanti delle aree remote e ottizzare la spesa sanitaria. Non solo, è stato anche inserito nel Piano Mattei per l’Africa.

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L'iniziativa sviluppata dai partner tecnologici Dedalus e Vexavit nei piani si svilupperà nell'arco di 10 mesi e coinvolgerà 10mila persone di diverse fasce, con una particolare attenzione ai pazienti pediatrici con cui l'ospedale di Rabat collaborerà con l’istituto Gaslini di Genova.

Il progetto di telemedicina sarà finanziato principalmente da privati (le cifre variano da 2 a 3 milioni di euro) e sarà allineato in termini di tempistiche allo sviluppo del fascicolo sanitario elettronico marocchino."Nel giro delle prossime due settimane", ha affermato il ministro della Salute e della Protezione sociale marocchino, Khalid Ait Taleb, potrebbe essere finalizzata una bozza di accordo di cooperazione sanitaria tra i due Paesi che coinvolga "anche altri settori, da concordare". Taleb dovrebbe confrontarsi con il suo omologo italiano, Orazio Schillaci, in occasione dell'assemblea dell'Oms a Ginevra.

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“È un progetto che nasce nei valori di Luca, - ha dichiarato l'ambasciatore d’Italia in Marocco, Armando Barucco - un funzionario dello Stato che ha servito in modo straordinariamente efficace ovunque sia stato, da Casablanca a Kinshasa, e che aveva una capacità di costruire ponti e relazioni umane con un’attenzione al mondo della società civile ed al contempo agli interessi delle imprese".





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