Medicina

Si ricostruisce pene da avambraccio, in diretta dalle Molinette di Torino

Alle Molinette sarà ricostruito un pene usando parte dell'avambraccio del paziente, l'intervento va in diretta

Si ricostruisce un pene con parte avambraccio, domani in diretta dalle Molinette di Torino


Sarà la ricostruzione del pene di due pazienti il cuore del prossimo congresso di chirurgia robotica e ricostruttiva in calendario a Torino, domani e dopodomani. 

Davanti ai congressisti, i chirurghi della Clinica Urologica universitaria,diretta dal professor Paolo Gontero, insieme all'equipe andrologica dell'ospedale Molinette della Citta' della Salute di Torino - Luigi Rolle, Omidreza Sedigh, Carlo Ceruti e Massimiliano Timpano - inaugureranno le nuove sale operatorie dell'Urologia con un intenso programma di chirurgia dal vivo. 

Fiore all'occhiello dell'evento sarà la realizzazione di un complesso intervento di ricostruzione totale del pene, utilizzando una parte dell'avambraccio del paziente, unica possibilità per un uomo di recuperare la sua dignità dopo essere guarito da un tumore che ha comportato l'asportazione completa del pene e per un giovane affetto da micropene (una rara condizione caratterizzata dal mancato sviluppo del pene) di poter finalmente avere un’attività sessuale normale e procreare. 

Questa tipologia di intervento rappresenta l'unica soluzione nei casi di anomalie congenite del pene (quali il micropene o le gravi forme di ipospadia ed epispadia), quando si verifica una perdita del pene a motivo di eventi traumatici (non inusuali ancora oggi nelle zone di guerra infestate dalle mine) e nei transessuali donna che hanno forte motivazione a diventare maschi. 


In diretta dalle Molinette di Torino si ricostruisce un pene dall’avambraccio: l’intervento


La tecnica chirurgica che permetterà di ricostruire il pene dall’avambraccio, nata dalla collaborazione tra l'Urologia delle Molinette e l'Institute of Urology di Londra, ha consentito di semplificare in modo efficace un intervento che prima era gravato da tempi operatori infiniti ed alti rischi di fallimento.

La struttura del nuovo pene viene creata a partire da un lembo di cute e di tessuto sottocutaneo (con i relativi nervi e vasi sanguigni che serviranno per mantenerne la vitalità e la sensibilità) prelevato dall'avambraccio del paziente ed impiantato a sua volta nella sede originaria del pene. 

Una tecnica complessa ma efficace consente di ricostruire, nello stesso intervento, un glande molto simile a quello originario e di ricostituire il canale per il passaggio dell'urina (uretra). La funzione erettile del neopene viene garantita da una protesi peniena inserita in un secondo tempo. 

La perdita di tessuto a livello dell'avambraccio viene a sua volta "colmata" apponendo un prelievo di cute dalla coscia del paziente. Con un intervento di poche ore si otterranno sinora risultati molto soddisfacenti sia dal punto estetico che funzionale, tanto da rendere questa chirurgia vincente rispetto all'ancora pionieristico trapianto di pene, argomento che verrà dibattuto in una tavola rotonda alla presenza di un ospite d'eccezione, il chirurgo dell’Università di Harvard autore del primo trapianto del genere negli Stati Uniti