Medicina
Sanità, come la vorrebbero nel prossimo futuro gli under 35
Nella ricerca per Novartis emerge una voglia di sanità più equa ed accessibile
Sanità, cosa vogliono i giovani per la sanità pubblica del prossimo futuro
L'Incremento delle aspettative di vita e la percezione che i passi da fare sono ancora tanti porta la sanità tra i primi posti nei “desiderata” di senior e junior italiani, giustamente preoccupati per la situazione attuale. Di fronte a questa richiesta impellente Novartis Italia ha promosso un’indagine demoscopica realizzata da Astra Ricerche dal titolo “GIOVANI E SANITÀ: IL FUTURO CHE VOGLIAMO”. Obiettivo quello di capire le percezioni, i bisogni e le priorità dei giovani italiani “under 30” sul futuro della sanità. La ricerca ha visto un percorso di confronto tra giovani e protagonisti sanitari. In seguito il progetto, inserito nell’ambito di un lavoro più ampio denominato “Partner per il futuro”, coinvolgerà le istituzioni per stimolare azioni concrete sui temi della prevenzione e dell’accesso all’innovazione. Il tutto con lo scopo di ridurre le attuali diseguaglianze sanitarie.
Sanità, verso una sanità più equa ed accessibile
Cosa è uscito nell’indagine? I giovani guardano oltre le diseguaglianze e auspicano una sanità più equa ed accessibile. Per i giovani italiani (18-29 anni) la principale sfida sanitaria del futuro sarà quella contro i tumori (42.8%). Al secondo posto la salute mentale (26,8%), con una differenza di dieci punti percentuali rispetto agli intervistati “over 30”. Inoltre per 7 giovani su 10 le differenze socioeconomiche sono causa di disuguaglianze in sanità (69,6% “under 30” e 75,1% “over 30”). Sono considerate, queste diseguaglianze, le prime vere iniquità. Dal punto di vista geografico, il 67% dei giovani ritiene che ci siano differenze regionali nei servizi sanitari disponibili (72% “over 30” e 67% “under 30”). I giovani appaiono poi divisi riguardo la percezione sulle differenze di genere in merito al diritto alla salute, con il 39,2% degli “under 30” che ritiene esistano poche o nulle differenze tra uomini e donne mentre il 34,5% dei loro coetanei ritiene invece che le differenze di genere esistano molto o abbastanza. Una consapevolezza notevolmente superiore a quella degli “over 30”, dove il 59,7% degli intervistati non percepisce alcuna differenza tra uomini e donne nella realizzazione del diritto alla salute.
Sanità, la digitalizzazione svantaggerà soprattutto i più anziani
Guardando al futuro, quasi la metà dei giovani intervistati (45,9%) ritiene che la digitalizzazione della sanità svantaggerà soprattutto gli anziani. Il 43,8% vede queste differenze tra le diverse fasce d’età della popolazione nell’accesso ai servizi sanitari. Una percezione ancor più radicata negli “over 30” (62,9% e 54,9%). In ogni caso la fiducia sul nostro Sanitario resiste. Il 41% dei giovani si dichiara convinto che, in caso di malattia o necessità mediche, il SSN possa offrire loro le migliori cure disponibili e le più avanzate innovazioni scientifiche. Inoltre il 37,6% dei giovani “under 30”, ritiene che i servizi del SSN siano fisicamente vicini e accessibili ai cittadini. La maggioranza degli “over 30” si esprime invece in termini meno positivi, con il 30,3% che ritiene i servizi vicini e accessibili e il 34,5% che ritiene i servizi poco o per niente accessibili Pochi giovani (tre su dieci) credono però che il SSN abbia risorse adeguate a garantire servizi di qualità ai cittadini. La stessa percentuale (31%) si esprime in modo contrario dichiarando che a suo parere le risorse sono poche o per niente sufficienti e il 35% reputa mediamente sufficienti. Per quanto riguarda la condizione di medici e operatori sanitari gli “under 30” sono più ottimisti rispetto agli “over 30” per quanto riguarda questo aspetto. Il 35,1% le reputa molto o abbastanza idonee mentre il 43% degli “over 30” le giudica non idonee.
Sanità, quali le priorità su cui intervenire
Quali le priorità su cui intervenire? Investimenti in ricerca scientifica (26,8%), maggiori risorse economiche (19,1%) e nuove tecnologie digitali (15,0%) sono priorità per giovani tra i 18 e 29 anni per le sfide sanitarie future. Mentre gli “over 30”, mettono al primo posto la necessità di nuove assunzioni di medici e infermieri. Certo che le differenze socioeconomiche rappresentano per la metà dei giovani (55,7% “under 30” e 64,9% “over 30”) la priorità numero uno verso il sogno di una sanità equa ed accessibile a tutti. Seconda priorità le differenze geografiche (13,4% “under 30” e 15,7% “over 30”). Pensando alla sanità del futuro, il divario tra giovani e meno giovani sale a 10 punti percentuali per quanto riguarda la priorità attribuita alle differenze etniche come fattore prioritario su cui intervenire per garantire una sanità equa (13,9% “under 30” vs. 3,7% “over 30”). La collaborazione tra medici, istituzioni, pazienti ed industria è ritenuta da tutti unanimemente di primaria importanza. Ed infine la prevenzione. I giovani italiani sono consapevoli dell’importanza della prevenzione, in linea con le fasce “over 30” della popolazione (80,7% “over 30” vs. 76,8% “under 30”). Il 58,2% degli “under 30” dichiara di sottoporsi a visite ed esami a scopo preventivo ogni uno o due anni, una percentuale che sale a 68,9% negli “over 30”. La prevenzione oncologica è al primo posto per rilevanza e attribuita da tutte le fasce d’età (74,7% “under 30” e 80,1% “over 30”), ma i giovani danno più importanza rispetto ai meno giovani alla prevenzione della salute mentale (45,9% vs 30,3%) e delle malattie infettive (43,3% vs 28,8%). Da ultimo I medici (di base e specialisti) rimangono la principale fonte di informazione sulla salute per tutte le fasce d’età (80,8% “over 30” e 75,8% “under 30”), ma cresce nelle fasce più giovani di popolazione il ricorso al web, per informarsi sulla propria salute, con il 37,1% degli “under 30” intervistati (vs. il 24,2% degli “over 30”) che dichiara di utilizzare siti web di informazione o social media, mentre il 9,8% usa servizi online di tele-consulto e tele-visita (vs. il 6,2% degli “over 30”).