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Medicina
Terza età, meno televisione e più computer per avere meno rischi di demenza

Terza età, meno televisone e più computer per ridurre il rischio di demenza

“Meno televisione e più computer per una miglior salute nella terza età e, soprattutto, per abbassare i rischi di sviluppare demenza” sono queste alcune delle principali indicazioni di uno studio americano pubblicato sulla rivista scientifica PNAS. La vita sedentaria e soprattutto passiva sotto tutti i punti di vista (divano e televisione) aumenta il rischio di sviluppare demenza. I risultati dello studio provengono dall’osservazione, in un decennio, di 150.000 persone di 65 anni. Altri comportamenti meno passivi, come l’utilizzo del computer, sono invece associati ad una migliore salute mentale. La ricerca ha evidenziato i benefici dell'attività fisica, e ha rilevato come la sedentarietà non sia dannosa al cervello di per sé, ma i problemi dipendono da quello che si fa stando seduti.

Oms, Alzheimer e demenze per 50 milioni di persone nel mondo

Secondo i dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, l'Alzheimer e altre demenze colpiscono 50 milioni di persone nel mondo, circa il 5% della popolazione anziana mondiale. Tutto indica però che le cifre aumenteranno a causa della crescita dell'aspettativa di vita e dell'invecchiamento. La prevalenza dei diversi tipi di demenza aumenta con l'età ed esplode tra coloro che raggiungono gli 85-90 anni, cluster in cui la metà dei referenti ha problemi mentali. Da qui l'urgenza nel determinare se esiste, o meno, uno stile di vita che pur esodo sedentario non è dannoso per il cervello. Lo studio, realizzato da diverse università americane, ha confrontato la salute mentale di 146.651 anziani all’età di 64,5 anni con quella degli stessi dieci anni dopo. E la valutazione è stata fatta in relazione all’attività fisica e i tempi di sedentarietà di ogni partecipante. I risultati hanno mostrato che, ad eccezione di alcune variabili come sesso, malattie pregresse, fumo, lavoro, età, l'attività fisica è sicuramente correlata a rischi minori di sviluppare demenza.

Terza età, la televisione impone sedentarietà passiva, il computer no

Il punto di forza dello studio è che approfondisce cosa veramente faccia male della sedentarietà. In questo contesto è stato chiarito che, da senior, più tempo si trascorre seduti davanti alla televisione, più è probabile che si sviluppi demenza dopo un decennio. La percentuale di aumento del rischio è del 40%. Ma ci sono schermi e schermi, quello del computer non è così pericoloso. Probabilmente perchè di fronte al computer si è impegnati allenando il cervello e non rimanendo passivi. David Raichlen (University of Southern California), autore principale dello studio, ha fatto notare che non serve condannare la vita sedentaria senza differenziare ciò che si fa, anche se si è seduti. "Sappiamo- ha sostenuto il ricercatore- che la domanda cognitiva può avere benefici per il cervello ed è possibile che l'uso del computer durante il tempo libero sia cognitivamente impegnativo in un modo che contrasta i rischi di stare seduti troppo a lungo”.

Terza età, i benefici indiscussi dell'attività fisica

Poche settimane fa, i neuroscienziati del Centro tedesco per le malattie neurodegenerative hanno pubblicato i risultati parziali di un lavoro ancora in corso. Hanno eseguito l'imaging cerebrale su 2.500 persone che indossavano un accelerometro per registrare l’attività fisica. Hanno scoperto che coloro che eseguivano più esercizio fisico tendevano ad avere un volume maggiore in aree critiche come l'ippocampo, la manopola di controllo della memoria. Sebbene il campione comprendesse adulti di età inferiore ai 65 anni, la difesa dello sport era ancora più marcata negli over 70. "Vediamo che l'attività fisica riduce il rischio di demenza, ma non neutralizza completamente i rischi associati al guardare la televisione", ha riconosciuto Raichlen “Se si trascorrono ore davanti alla televisione, il rischio non si riduce anche se poi ci si trasferisce in palestra un'ora dopo. E’ giusto andare in palestra, ma bisognerebbe anche smettere di guardare la TV”.

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