Tumori, riparazione del Dna: la scoperta che attacca la cellula tumorale
Tumori, scoperta la strategia di riparazione del loro Dna. Ecco la ricerca contro il cancro e le cellule tumorali
Tumori, riparazione del Dna: la scoperta che attacca la cellulala tumorale
Studio dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss): ecco come avviene il processo cellulare di riparazione del Dna su un tumore, questo processo può prevenire le mutazioni cromosomiche caratteristiche dei tumori
TUMORI, RIPARAZIONE DEL DNA, LA RICERCA
Pubblicato su Nature Communications uno studio dell’ISS con l’Università della Tuscia e del National Institute of Health statunitense, in cui è stata identificata una nuova funzione di una proteina chiamata ‘WRN’. Il processo "è fondamentale nel far scegliere alla cellula il sistema di riparazione delle rotture del DNA più idoneo durante la replicazione, evitando che si accumuli quell’instabilità genomica che è alla base delle neoplasie", si legge nello studio dei ricercatori.
Tumori, cellula difettose e mutazioni del Dna: la proteina WRN
Le cellule tumorali hanno una instabilità genomica, causa delle numerose mutazioni a carico del Dna. La proteina WRN, può lavorare sulla riparazione dei danni e dei blocchi durante il processo di replicazione del DNA. Così è possibile prevenire le mutazioni cromosomiche caratteristiche dei tumori. «Una delle caratteristiche più comuni delle cellule tumorali è la loro instabilità genomica - sottolinea Pietro Pichierri, dell’ISS, responsabile della ricerca (finanziata da Telethon e AIRC) - Nella maggioranza dei casi, l’instabilità genomica dei tumori deriva da un difetto dei sistemi cellulari che controllano l’accuratezza della replicazione dei cromosomi a ogni divisione cellulare e la risposta al danno al DNA". Non solo, Pichierri aggiunge: "E' molto importante capire come nei tumori, ovvero in condizioni patologiche, viene gestito questo stress replicativo, per comprendere come insorga l’instabilità genomica che, nelle neoplasie, è alla base dell’accumulo di mutazioni al DNA. Inoltre, dal punto di vista della terapia, l’identificazione di meccanismi di gestione del DNA e dello stress replicativo caratteristici di un dato tipo tumorale può risultare molto importante per elaborare nuove strategie terapeutiche mirate".
Tumori, scoperta la strategia di riparazione del loro Dna: la proteina chiave
La proteina chiave: "Una delle proteine più importanti che si occupa di rispondere ai problemi durante la replicazione è l’elicasi WRN – dice Pietro Pichierri – Questa proteina si occupa di svolgere la doppia elica di DNA in risposta al danno o qualora l’apparato di replicazione trovi dei blocchi durante il suo cammino". Il ricercatore prosegue: "Così facendo, WRN favorisce la riorganizzazione del DNA ripristinando la replicazione senza che si formino rotture al DNA e prevenendo quei rimaneggiamenti dei cromosomici tipici dei tumori. In questo studio abbiamo scoperto un nuovo modo attraverso il quale la cellula sceglie con quale meccanismo riparare le rotture al DNA che possono avvenire durante la replicazione, un tipo di danno frequentemente indotto anche da agenti usati in terapia dei tumori. Questo meccanismo coinvolge la proteina WRN e gli enzimi che controllano la progressione del ciclo cellulare, i quali attivando la funzione di DNA elicasi di WRN, aiutano la riparazione delle rotture al DNA attraverso il sistema più accurato. Questa nuova funzione della proteina WRN quindi è fondamentale per far scegliere alla cellula il sistema di riparazione delle rotture più idoneo durante la replicazione, evitando che si accumuli instabilità genomica".
Tumori, riparazione del dna: la sindrome di Werner
I ricercatori concludono parlando della sindrome di Werner: "Questi risultati, permettono di comprendere meglio non solo come i tumori possano accumulare instabilità genomica, ma, poiché la proteina WRN è mutata nella sindrome genetica di Werner, potranno contribuire alla comprensione dei meccanismi molecolari alla base della sindrome stessa ed in particolare a spiegare l’accumulo di danno al DNA osservato nelle cellule dei pazienti affetti dalla sindrome".