Milano

Netflix trova accordo con il Fisco: versati 55,8 milioni

Questo determinerà la tassazione in Italia dei redditi prodotti dagli abbonamenti

Netflix trova accordo con il Fisco: versati 55,8 milioni

A partire dal primo gennaio 2022, Netfilx ha costituito una società di diritto italiano che ha iniziato a stipulare i contratti e fatturare i corrispettivi provenienti dagli abbonamenti sottoscritti con gli utenti nazionali. E' quanto emerge dal comunicato della procura di Milano in cui è stato reso noto come il colosso americano dello streaming abbia regolarizzato con il versamento di 55,8 milioni di euro la propria posizione tributaria con il Fisco italiano. Questo determinerà la tassazione in Italia dei redditi prodotti dalla vendita degli abbonamenti agli utenti residenti sul territorio nazionale.

Indagini su modelli di business delle società della digital economy


Le indagini fanno seguito allo "sviluppo di preliminari analisi condotte dalla Guardia di Finanza sui principali modelli di business delle societa' Big Tech della digital economy", da cui era emersa la presenza in Italia di Netflix, gia' a far data dal mese di ottobre del 2015. La piattaforma, "che si avvale di una propria rete per la trasmissione dei contenuti digitali in grado di erogare il 100% del traffico video del gruppo, prima dell'avvio delle indagini non era identificata fiscalmente in Italia", si legge in una nota della procura della Repubblica di Milano. L'attività del nucleo di polizia economico-finanziaria delle Fiamme gialle, coordinata dal pm Gaetano Ruta (ora in servizio alla procura europea antifrode), ha ricostruito "l'estensione dell'infrastruttura digitale (Content delivery network)" con cui Netflix è stato in grado di "diffondere il traffico video con elevatissimi standard qualitativi".

Inquirenti: "Infrastruttura essenziale ai fini del business sul territorio nazionale"

Per gli inquirenti, "l'infrastruttura è stata ritenuta essenziale e significativa ai fini dello sviluppo del business dell'impresa estera sul territorio nazionale", perchè "avrebbe garantito l'offerta di un servizio streaming di qualità agli utenti finali, grazie alla prossimità dei server rispetto al mercato di riferimento". In particolare, il Content delivery network "è risultato composto da oltre 350 server, che sarebbero stati utilizzati in via esclusiva ed installati stabilmente sull'intero territorio nazionale in data center e i principali operatori di telefonia". "Questa complessa ed evoluta infrastruttura tecnologica - si legge ancora - avrebbe costituito la base su cui la Guardia di Finanza prima e l'Agenzia delle Entrate dopo hanno individuato presupposti tecnico-giuridici, richiesti dalle norme internazionali e nazionali, per la configurazione di una stabile organizzazione 'materiale' di un'azienda estera, ritenuta idonea a produrre reddito d'impresa in territorio italiano".

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