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Pietà Rondanini, il capolavoro di Michelangelo come non si era mai visto- Foto -
Perché un’opera di Michelangelo a Milano? L’opera venne acquistata dal Comune di Milano nel 1952, che la destinò alle Raccolte Civiche del Castello Sforzesco nella sala che oggi ospita il Museo che ne racconta le evoluzioni del restauro e della ricollocazione. Prima di Milano, la scultura alta 1,95 metri si trovava in una villa romana eredi del conte Roberto Vimercati-Sanseverino che la comprò nel 1904 allorché l’allora Ministero della pubblica istruzione rinunciò per iscritto al diritto di prelazione. Fu sotto il conte che l’opera venne collocata su una base costituita da un’ara funeraria romana di epoca traianea, raffigurante i coniugi Marco Antonio e Giulia Filumena Asclepiade, sopra la quale è rimasta fino al 2015. Un’opera romana, però, della quale esistono due momenti di lavorazione: una prima versione risalente al 1552-1553 e una “rilavorazione” cominciata nel 1555 circa e non finita alla morte dell’autore (1564). Nel 1652 l’opera si trovava in una bottega romana, dove venne vista dall’Ottonelli e da Pietro da Cortona. Nel 1744 fu acquistata dai marchesi Rondanini, da cui il nome attuale, che la collocarono in una nicchia della biblioteca di palazzo Rondanini a Roma in via del Corso.
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