Milano
Primarie, linea del silenzio di Sala: non dirà chi voterà. Mediazione fallita
Primarie Pd, nessuno spiraglio per un endorsement di Matteo Renzi da parte di Beppe Sala: una scelta che nasce da prima dell'evento al Teatro Parenti di venerdì
di Fabio Massa
Colpito forse, offeso no. Difficile dire gli umori del sindaco Beppe Sala, dopo la reiterata mancata citazione, tra gli artefici di Expo, da parte di Matteo Renzi ma soprattutto da parte di Maurizio Martina, l'uomo che forse di più gli è stato vicino, l'uomo che forse di più lo ha voluto alla guida di Milano, nell'evento al Teatro Parenti di venerdì sera. La cronaca della serata è nota (ne ha riferito venerdì sera Affaritaliani.it Milano - QUI) e pure il seguito (sul Corriere della Sera Andrea Senesi ne ha parlato diffusamente dopo il post di Pierfrancesco Majorino, che ha aperto le danze della polemica parlando di "vendette renziane"). Lui, Beppe Sala, è rimasto in silenzio. Non ha detto una parola a Tempo di Libri. Non ha voluto commentare. L'ordine di scuderia era chiaro: non dare peso alla vicenda. Del resto, ad analizzarla bene, è potenzialmente davvero di difficile gestione anche in un'ottica di giunta. C'è un assessore che accusa, oltre che un ministro e il segretario nazionale, anche il proprio vicesindaco (Anna Scavuzzo) di aver voluto colpire il primo cittadino. Il tutto in un consiglio a maggioranza orlandiana ma a solida trazione politica renziana. Una miscela esplosiva, che rischia però di diventare ancora più pericolosa. Pare infatti, secondo quanto può riferire Affaritaliani.it Milano, che non ci sia più nessuno spiraglio per un endorsement da parte di Beppe Sala nei confronti di Matteo Renzi. Nessun legame con i fatti di venerdì sera, ufficialmente. Ma forse una differenza di vedute covata più a lungo. Piccoli intoppi lungo un percorso.
L'ultima frattura, dopo la visita in Brera a casa del sindaco da parte del presidente del consiglio. Visita sui temi, senza polemiche, con grande franchezza ma grande cordialità. Ad insistere con Renzi per vedere Sala era stato Maurizio Martina. Renzi e Martina si accomodano in salotto da Sala, e parlano. Poi però Sala deve apprendere dai giornali, il giorno dopo, che Renzi ha deciso il ticket con Martina. I due non glielo avevano detto. Lui si stupisce, e il divario si allarga. La forbice, dopo venerdì scorso, è al suo massimo. Gli osservatori della politica sono sicuri: Beppe Sala non dirà alcunché. Non esprimerà preferenze, nessuna, anche se nel segreto dell'urna voterà Renzi. Ma non basta. Anche lui è consapevole che non dire nulla significherà di fatto lanciare il messaggio contrario: ovvero che non sta con Renzi. Perché non ha mai fatto una dichiarazione di estraneità dalle primarie in virtù della terzietà del proprio ruolo. C'è chi ipotizza che arriverà nelle prossime ore, il ragionamento sulla terzietà. Si vociferava che fosse pronto un documento di spiegazione, di puntualizzazione, ma per adesso è solo una voce. In tutto questo, quanto avvenuto venerdì pare come una resa: il Pd rimanda tutto a dopo i gazebo. Allora si cercherà di ricucire. Prima di allora la pressione su Sala è e sarà pari quasi a zero: decida lui, in autonomia. Del resto, sulla sua autonomia Sala è decisissimo a farla valere e a farla vedere.
Tornando a venerdì, c'è un altro dettaglio sfuggito ai più. Un'altra assenza importante: quella di Lorenzo Guerini. Il braccio destro di Renzi, lo chiamavano. Sparito dai radar. Anche a Milano, che di fatto (pur essendo lui di Lodi) è la sua città. Sotto la Madonnina ha mosso per lungo tempo le sue truppe, e coordinato l'azione politica. Adesso è letteralmente scomparso. Non c'era al Teatro Franco Parenti. Pare che anche a Roma sia in una fase complessa. Di certo la scelta di Martina come vice di Renzi è una presa di posizione importante nella contesa che vede opposto il vicesegretario nazionale al ministro all'Agricoltura. I due litigano (come raccontato da Affaritaliani.it Milano mesi fa, malgrado gli sms di smentita di entrambi, link QUI e QUI), combattono. Una battaglia dentro la battaglia. Renzi contro Sala, Martina contro Guerini. Tutti contro tutti. In attesa del gazebo che, prevedibilmente, non porterà affatto la pace. Le elezioni, invece, dimostreranno chi ha le truppe e chi ha invece solo i distintivi.
@FabioAMassa
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