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Autonomia delle auto elettriche: come si misura e perché i dati ufficiali differiscono dalla realtà

Il ciclo WLTP fornisce un valore standardizzato di autonomia per le auto elettriche, ma nella guida quotidiana entrano in gioco molte variabili. Ecco perché i dati ufficiali spesso non corrispondono all’esperienza reale.

Redazione Motori

L'autonomia di un’auto elettrica è uno dei principali fattori che influenzano la scelta di acquisto.

I dati ufficiali forniti dai costruttori si basano su test di omologazione standardizzati, in particolare il ciclo WLTP (Worldwide Harmonised Light Vehicles Test Procedure), progettato per fornire un valore di riferimento il più possibile vicino alla realtà. Tuttavia, nella guida quotidiana, gli automobilisti riscontrano spesso valori di autonomia differenti. Questa discrepanza non è dovuta a inesattezze nei test, ma a una serie di fattori variabili che influiscono sulle prestazioni della batteria.

Il ciclo WLTP (Worldwide Harmonised Light Vehicles Test Procedure) è stato introdotto per superare i limiti del precedente ciclo NEDC (New Europea Driving Cycle) e per offrire dati più realistici su consumi ed emissioni. Il test si svolge in laboratorio, con l’auto posizionata su rulli per 30 minuti, percorrendo virtualmente 23 km a una velocità media di 47 km/h. Durante il test vengono simulate diverse condizioni di guida, comprese accelerazioni e frenate, con una velocità massima di oltre 130 km/h. L’auto viene testata con l’aria condizionata spenta e a una temperatura controllata di 14°C, fattori che raramente rispecchiano l’uso reale quotidiano.

Il WLTP permette ai consumatori di confrontare i dati di autonomia tra modelli e case automobilistiche, ma rimane comunque un valore teorico. Nella realtà, diversi elementi influenzano il consumo di energia e quindi l’autonomia effettiva dell’auto elettrica. Tra questi, le condizioni meteorologiche giocano un ruolo determinante. Le batterie agli ioni di litio funzionano in modo ottimale tra i 10 e i 35°C: con il freddo intenso, la capacità di carica e scarica si riduce, limitando anche il recupero di energia in frenata. Se la temperatura scende sotto lo zero, il sistema deve consumare energia per riscaldare la batteria, riducendo ulteriormente l’autonomia. Al contrario, in estate il sistema di raffreddamento entra in funzione per evitare il surriscaldamento degli accumulatori, comportando un consumo supplementare di elettricità.

Anche lo stile di guida influisce in modo significativo. Accelerazioni brusche, frenate frequenti e velocità elevate portano a un aumento del consumo energetico. Mantenere una guida fluida e costante permette di ottimizzare l’autonomia, così come sfruttare al meglio la frenata rigenerativa, che consente di recuperare energia in fase di decelerazione. Inoltre, l’uso della climatizzazione ha un impatto rilevante: riscaldamento e aria condizionata non vengono considerati nel ciclo WLTP, ma nella realtà incidono sensibilmente sui consumi.

Per questi motivi, i valori dichiarati dai costruttori devono essere considerati come indicativi e non assoluti. La reale autonomia di un’auto elettrica dipende da un insieme di fattori che variano da un conducente all’altro e da un giorno all’altro. Chi desidera massimizzare la percorrenza può adottare alcuni accorgimenti, come programmare la pre-climatizzazione dell’abitacolo mentre l’auto è ancora collegata alla rete elettrica, evitare brusche accelerazioni e mantenere velocità moderate.

Il progresso tecnologico sta portando a batterie sempre più efficienti e a sistemi di gestione dell’energia avanzati, ma le variabili in gioco rimarranno sempre numerose. Per avere un’idea realistica della propria autonomia, il consiglio è quello di osservare i consumi medi dopo alcune settimane di guida e adattare le proprie abitudini per ottimizzare al meglio l’efficienza energetica del veicolo.