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Auto e Motori
Carlo Leoni intervista David Durand capo del design Dacia

Stile accattivante, linee essenziali e dimensioni robuste: la nuova identità di Dacia non smette di stupire. Ma come è cambiato il design di Dacia e a cosa si ispira?

David, sei da 25 anni nel gruppo Renault: una grande esperienza internazionale e da molto tempo anche in Dacia. Sei un esperto, sei diventato capo del design di Dacia. Qual è l’evoluzione del design del Brand?

«Il design di Dacia ha molto contribuito a rendere le auto robuste, affidabili e serie, a creare fiducia nella Marca. Ora vogliamo spingere molto di più sull’attrattività della Marca in termini di stile, rendere la Marca più cool.

Oggi Duster, flagship della Marca, è noto per le sue capacità off-road. Sandero Stepway può accedere a strade impervie, praticamente dappertutto. Vogliamo che questi veicoli diventino compagni al nostro nelle attività outdoor, per andare a fare trekking o mountain bike in posti remoti o semplicemente una bella passeggiata in famiglia. È sul lato outdoor e cool della Marca che ora intendiamo spingere con il nostro design.»

Qui tra noi Bigster che nel 2021 è stato lanciato insieme alla Renaulution. Rappresenta il nuovo stile e il nuovo logo di Dacia. Quali sono le cose di Bigster che ritroveremo nei prossimi modelli e quale sarà il nostro attacco nel segmento C?

«Non posso rivelare troppo, ma posso comunque dirvi che Dacia è abituata a mantenere le promesse. Se abbiamo presentato quest’auto non è per esserne delusi quando si scopriranno i veicoli di serie sulle strade. Posso quindi già preannunciare che i futuri modelli Dacia saranno molto simili alla concept car. La promessa sarà mantenuta su Bigster.»

 

 

Qual è la tua fonte di ispirazione?

«È una domanda molto vasta. È difficile sapere da dove vengono le idee. Si è spesso ispirati da tantissime cose. Per Dacia cito spesso Dieter Rams, un designer tedesco che ha disegnato in particolare tanti oggetti per Braun e che diceva “less is more”. Cerchiamo di applicare questo motto a Dacia dicendoci che un design è buono quando c’è meno design possibile.

Per questo ci sono molti creativi, architetti e designer, come Achille Castiglioni, che realizzano una lampada semplicissima andando direttamente alla funzione, ma mantenendo la poesia e l’ispirazione. Poi penso che i designer trovino ispirazione anche nell’uso quotidiano che loro stessi fanno dell’auto, cercando di rispondere alle loro stesse aspettative, quando utilizzano i veicoli. È forse il miglior modo di rispondere alle attese dei nostri clienti.»

Il design quanto conta nella scelta del cliente in fase di acquisto? 

«Direi oggi sempre di più. Ormai le Marche non possono più fare la differenza su affidabilità e sicurezza. Quando si acquista un’auto oggi, tutti questi elementi fanno normalmente parte dell’acquisto. Per cui la gente sceglie l’auto tenendo più conto del design se ha un colpo di fulmine e ha voglia di circolare con quell’auto. Per questo il nostro lavoro è piuttosto importante.

Dacia punta anche sull’essenzialità dei veicoli. C’è tutto quello che serve, l’auto è confortevole, ma niente di più, non aggiungiamo gadget né linee che non servono a niente né cromature che non danno valore aggiunto al cliente. Penso che molti clienti condividano la scelta di acquistare un’auto che risponda a tutte le loro esigenze, che abbia uno stile attrattivo, che faccia venire voglia di usarla, ma che resti essenziale.»

 

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