Auto e Motori
Crisi del settore automotive italiano: produzione e fatturato in forte calo nel 2024
La produzione e il fatturato dell’industria automotive italiana registrano un drastico calo, complicato dal taglio dei fondi per il settore in un momento critico per il mercato europeo.
Il comparto automotive italiano si trova ad affrontare una crisi significativa. Secondo i dati ISTAT, la produzione di veicoli in Italia ha registrato un drastico calo a settembre 2024, con una diminuzione del 30% rispetto a settembre 2023.
Anche nei primi nove mesi del 2024, il comparto mostra un segno negativo, con un calo della produzione del 19,6%, evidenziando una tendenza preoccupante che coinvolge tutta l'Europa.
Produzione in calo e diminuzione delle unità prodotte
Secondo i dati preliminari ANFIA, la produzione domestica delle sole autovetture italiane ha subito un crollo del 50,5% a settembre 2024 rispetto all'anno precedente, fermandosi a circa 25mila unità prodotte nel mese. Nei primi nove mesi del 2024, la produzione complessiva di autovetture in Italia è scesa a 256mila unità, con una flessione del 38,3% rispetto allo stesso periodo del 2023. Anche la produzione complessiva di autoveicoli, inclusi i veicoli industriali, è diminuita, con circa 474mila unità prodotte nei primi tre trimestri del 2024, segnando un calo del 27,6%.
Fatturato in discesa e saldo commerciale negativo
Sul fronte economico, la situazione del settore è altrettanto difficile. Il fatturato complessivo dell’industria automotive ha registrato una flessione del 29,5% ad agosto 2024, ultimo mese disponibile, a causa del calo del 30,6% della componente interna e del 28,7% di quella estera. Complessivamente, nei primi otto mesi del 2024, il fatturato del settore è diminuito dell’11,5%, con il mercato interno a -15,3% e il mercato estero a -7,8%.
Anche il comparto della componentistica automobilistica ha subito contraccolpi. Il fatturato delle parti e accessori per autoveicoli e motori ha registrato un calo tendenziale del 21,8% ad agosto, con una componente interna in calo del 41,5%. Nel periodo gennaio-agosto 2024, il fatturato di questo comparto è sceso dell’11,5%, con una contrazione del 20,4% per la componente interna e dello 0,6% per quella estera.
Export e import automotive: un deficit persistente
Il bilancio commerciale nel settore automotive riflette un saldo negativo. Nei primi sette mesi del 2024, l'export di autoveicoli dall’Italia, comprensivo di autovetture e veicoli industriali, è stato pari a 1,7 miliardi di euro, mentre l’import ha raggiunto i 2,9 miliardi di euro, generando un saldo negativo che evidenzia la fragilità della competitività del settore nel panorama internazionale. Gli Stati Uniti rappresentano il primo mercato di esportazione per i veicoli italiani, con una quota del 19,4%, seguiti da Germania (15%) e Francia (11,3%).
Di rilievo è invece il saldo positivo nel settore della componentistica automotive, che nei primi sette mesi dell’anno ha registrato un export di 2,2 miliardi di euro e un saldo attivo di 595 milioni di euro. Questo segmento evidenzia come, nonostante la crisi, le imprese italiane continuino a essere competitive nel fornire componenti per l’industria globale.
Produzione industriale italiana in contrazione
La crisi del settore automotive si inserisce in un contesto di flessione generale della produzione industriale in Italia. A settembre 2024, l’indice della produzione industriale italiana è calato del 4% rispetto allo stesso mese del 2023 e chiude i primi nove mesi dell'anno con una riduzione del 3,3%. Anche il fatturato dell’industria italiana, escluso il comparto delle costruzioni, ha subito una variazione negativa ad agosto 2024, con un calo del 7,4%.
Il drastico calo di produzione e fatturato nel settore automotive italiano, combinato con il taglio dei fondi pubblici per il settore, evidenzia la necessità di interventi mirati per rilanciare una delle industrie fondamentali del Paese. Con la domanda in contrazione e la crescente pressione internazionale, il settore automotive italiano affronta sfide che richiedono strategie di rilancio, sia sul fronte produttivo che in termini di investimenti e sostegno pubblico.