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Jeep Gladiator: il pick-up da off-road

Prendi un Wrangler, trasformarlo in un pick-up e ti ritrovi il Gladiator. Al volante del quale il piacere è assicurato.

Certo, per testare tutte le capacità di questo mezzo, bisognerebbe andare nel deserto dell’Africa oppure a Moab, nello Utah, dove il fuoristrada è la fonte di reddito più importante della popolazione, poco più di 5.000 persone che conoscono tutto della famosa Monument Valley, dove il deserto diventa roccia e la roccia diventa deserto. Sì, perché è il Gladiator stesso che, essendo una Jeep, ispira all’avventura.

Non potendoci permette il deserto del Sahara e nemmeno il Gran Canyon, quindi, ci siamo dovuti diciamo così “accontentare” di un tragitto che comprendesse città, autostrada, curve, salite, discese e fuoristrada. Abbiamo preso l’autostrada Milano-Bologna, siamo usciti a Piacenza direzione Bobbio, ci siamo fatti tutta la bellissima Val Trebbia, per poi salire verso la Val D’Aveto fino a Santo Stefano. Meritata sosta pranzo, per poi riprendere il nostro test drive in un percorso in fuoristrada; navigatore verso Garlasco-Chiavari dove abbiamo preso l’autostrada destinazione Genova, quindi ritorno a Milano. Insomma, un misto interessante nel quale abbiamo verificato le qualità del “nostro” Gladiator.

Iniziamo subito con lo scrivere che questo pick-up tipicamente americano, pur essendo realizzato sulla base Wrangler, vanta alcune specifiche che differiscono rispetto al fuoristrada più puro. Ad esempio la sospensione posteriore è ripresa dal truck Ram 1500. Una scelta tattica dettata dal fatto che, trattandosi di un truck – seppur di dimensioni compatte secondo il mercato americano – ha come scopo principale quello di spostare carichi. Il piano posteriore è lungo 152 cm e ha una portata utile di 725 kg. Mentre la capacità di traino è pari a 3.470 kg. Queste le informazioni più rilevanti se in discussione ci sono le specifiche di pick-up. Perché in fin dei conti Gladiator è un vero veicolo da off-road a tutti gli effetti. La capacità di guado è di 76 centimetri, quanto all’attitudine di superare ostacoli, è direttamente Wrangler a entrare in gioco.

Sì, perché Gladiator ne riprende le doti più importanti, assicurando passaggi che probabilmente nessun altro pick-up sarebbe in grado di replicare. In più, oltre ad avere un assetto specifico, ha alcuni dispositivi che lo rendono ancora più completo in ambito fuoristrada. Come ad esempio lo sway-bar, che consente di disconnettere la barra antirollio anteriore, aumentando così l’escursione delle ruote. La prova sul campo ha confermato che un pick-up di oltre 5 metri e mezzo (80 cm in più rispetto alla Wrangler Unlimited) può davvero andare dappertutto. Perfetta la telecamera frontale che permette al guidatore di vedere cosa c’è nella zona delle ruote quando, per esempio, si è in cima ad una salita e si deve intraprendere una discesa. Al volante di questo mezzo ci si sente sempre sicuri e tranquilli; si ha sempre la consapevolezza di poter andare dappertutto e di poter affrontare qualunque percorso.

Ottima la posizione di guida, così come l’impianto frenante, la visibilità (anche se in qualche occasione disturbata dal mondante anteriore), lo sterzo (con relativo raggio di sterzata), la tenuta di strada e la comodità in generale. Quest’ultima resa ancor più interessante dalla presenza di tantissimi sistemi di assistenza alla guida e da infotainment e Uconnect4 aggiornati.

Il valore aggiunto del Gladiator, tuttavia, è il 3.0 V6 turbodiesel da 260 CV e 600 Nm di coppia massima abbinato al preziosissimo cambio automatico a 8 rapporti di produzione ZF. E su strada? Beh, non è un missile (dopotutto stiamo parlando di un pick-up da fuoristrada e non di una super car) e, oltre a farsi apprezzare per il suo essere parsimonioso nei consumi, la poco rumorosità e la tanta potenza, si fa anche… notare! E di questi tempi, scusate se è poco…

RMMedia