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L’impresa di Citroen e Jacopozzi: quando un italiano illuminò la Tour Eiffel con il nome del Double Chevron

Un secolo fa, il genio italiano di Fernando Jacopozzi e la visione di André Citroen trasformarono la Tour Eiffel nell’insegna luminosa più grande del mondo.

Parigi, 4 luglio 1924. La Ville Lumière, già simbolo di innovazione e cultura, scrive un nuovo capitolo nella sua storia.

In quella notte, la Tour Eiffel si illumina come mai prima: sui suoi quattro lati compare, in lettere luminose alte trenta metri, il nome Citroen, un evento che suggella l’incontro tra due geni, André Citroen e Fernando Jacopozzi.

Il mago delle luci: Fernando Jacopozzi

La storia inizia lontano da Parigi, precisamente a Firenze, dove il 12 settembre 1877 nasce Fernando Jacopozzi. Giovanissimo, si trasferisce in Francia, dove il suo talento lo trasforma in Fernand Jacopozzi, le magicien de la Lumière. La sua carriera decolla quando, lavorando in un atelier di decorazioni, rivoluziona le vetrine natalizie sostituendo la porporina con lampadine. Questo piccolo gesto creativo cambia il suo destino. In breve tempo, Jacopozzi illumina alcuni dei più iconici monumenti di Parigi, dall’Opera agli Champs-Élysées, diventando un punto di riferimento per l’illuminazione artistica.

L’incontro con André Citroen

Nel 1914, durante la Prima Guerra Mondiale, Jacopozzi riceve un incarico segretissimo dal Ministero della Guerra francese: ingannare i dirigibili Zeppelin tedeschi creando una falsa Parigi nella foresta di Fontainebleau, utilizzando luci e strutture per simulare la città. Fu in questa occasione che incontrò André Citroen, giovane industriale incaricato di produrre munizioni per l’esercito. Da quell’incontro nacque una stima reciproca e una promessa: collaborare, a guerra finita, per realizzare qualcosa di straordinario.

Il sogno di Citroen: illuminare la Tour Eiffel

Otto anni dopo la fine del conflitto, nel 1922, André Citroen è ormai un pioniere della motorizzazione di massa in Europa. La sua visione non si limita alla produzione di automobili: Citroen comprende l’importanza della pubblicità come mezzo per consolidare il proprio marchio. Nel frattempo, Jacopozzi, tornato al suo mestiere di maestro della luce, propone un progetto audace: trasformare la Tour Eiffel in un’insegna luminosa senza precedenti.

Jacopozzi si presenta da Citroen con un’idea chiara: “Scriveremo il tuo nome sulla Torre Eiffel con lettere alte trenta metri. Ci serviranno 200.000 lampadine, 100 chilometri di cavi e una centrale elettrica alimentata dalla Senna.” Citroën, inizialmente titubante per i costi elevati, accetta la sfida, conquistato dall’idea di vedere il nome Citroën brillare sulla Dama di Ferro.

L’installazione: un capolavoro ingegneristico

La realizzazione del progetto fu un’opera titanica. Un team composto da trapezisti, scalatori e tecnici esperti lavorò instancabilmente per installare l’impianto luminoso sulla Torre. Nel frattempo, sull’isola della Senna fu costruita una centrale elettrica dedicata, capace di alimentare le 200.000 lampadine.

Il risultato fu spettacolare: il nome Citroen era visibile da chilometri di distanza, rendendo la Tour Eiffel un punto di riferimento sia per i parigini sia per i turisti. L’illuminazione divenne anche un elemento di sicurezza, guidando gli aviatori, tra cui Charles Lindbergh, nel suo storico volo transatlantico del 1927.

L’accensione: 4 luglio 1924

La cerimonia di accensione avvenne il 4 luglio 1924. Citroen brindò all’evento con un calice di champagne, ammirando il suo sogno diventato realtà. Per dieci anni, fino al 1934, la Tour Eiffel illuminata con il nome Citroen rappresentò un simbolo di modernità e audacia.

Un legame tra Italia e Francia

L’impresa non fu solo una straordinaria operazione pubblicitaria, ma anche una celebrazione del genio italiano. Jacopozzi, artefice del progetto, incarnava lo spirito di innovazione che univa Italia e Francia. Oggi, a cento anni di distanza, la storia di quella collaborazione rappresenta un esempio di visione e creatività senza confini.

L’eredità di Jacopozzi e Citroen

Se Parigi è conosciuta come la Ville Lumière, il merito va anche a Fernando Jacopozzi, il mago delle luci. La sua collaborazione con André Citroën ha lasciato un segno indelebile nella storia dell’illuminazione e della pubblicità. Ancora oggi, quell’insegna luminosa sulla Tour Eiffel resta un simbolo di ingegno, audacia e innovazione, unendo il meglio delle due culture.