Musica
Umbria Jazz: un'altra grande edizione
Umbria Jazz, il "jazz festival italian style" per eccellenza, secondo la famosa definizione data dal "New York Times", è pronto per aprire i battenti della nuova edizione. Dal 10 al 19 luglio a Perugia, in diverse location, dal Teatro Morlacchi all'Arena Santa Giuliana dove avranno sede gli eventi clou, alla Bottega del Vino, ai Giardini Carducci, a Piazza IV Novembre, la città si riempirà - come avviene ormai pressoché ininterrottamente dal 1973 - di suoni afroamericani o a essi propedeutici.
È stato Renzo Arbore - "sono Presidente della Fondazione Umbria Jazz per anzianità, poiché sono uno dei pochi appassionati rimasti che hanno visto nascere il jazz in Italia" - a condurrre la serata che, nello spazio Adi per Expo, ha presentato la rassegna agli addetti ai lavori. "La prossima edizione", ha sottolineato il conduttore-clarinettista, "vorremmo che soprattutto affascinasse il pubblico italiano, anche perché quello straniero rimane sempre colpito positivamente dalla musica e dalle meravigliose location in cui è proposta."
Il programma è fittissimo di eventi, che vanno dalle superstar del jazz come Brad Mehldau e Bill Frisell, Chick Corea ed Herbie Hancock (insieme in esclusiva per Umbria Jazz), Charles Lloyd e Dianne Reeves, a dei talenti in fase di crescita esponenziale, come i pianisti Robert Glasper e Vijay Iyer oppure i sassofonisti Miguel Zenon e Ravi Coltrane, al meglio di casa nostra: Enrico Rava, Stefano Bollani, Paolo Fresu, Giovanni Guidi, Giovanni Tommaso.
"Il jazz italiano", dice ancora Arbore, "è ormai da anni il secondo del mondo. Ha superato abbondatemente quello francese e tedesco e anche quello dei Paesi del Nord: sarà un autentico piacere ascoltarlo da musicisti bravissimi." Ne hanno data una dimostrazione più che convincente Fresu e il pianista Danilo Rea proprio durante la serata nel capannone dell'ex-deposito treni, disegnando in chiave jazz standard della canzone, filastrocche e blues, con lirismo e capacità di coinvolgimento immediate.
"Io credo che tutto quanto faccia jazz", dice a Affaritaliani il trombettista sardo, magnifico anche al flicorno, "ma a sua volta il jazz è una musica spugnosa, che si presta alle accoglienze, alle assonanze, che va dappertutto. Il jazz esprime una cultura a 360 gradi, una passione per i linguaggi diversi. Per certi versi è una musica quasi indefinibile per tutti i contenuti che può assimilare. È un linguaggio universale."
Per entrare a masticare questo linguaggio Umbria Jazz offre, come sempre, delle proposte "propedeutiche", che avvicinano al jazz chi viene dal pop oppure dal rock. Si tratta dei grandi concerti di Paolo Conte, dei Subsonica (solo per l'occasione umbra supportati da una manciata di jazzisti italiani di vaglia), del crooner Toni Bennett con la scatenata Lady Gaga, delle superstar brasiliane Gilberto Gil e Caetano Veloso, del top deejay Gilles Peterson e della nuova stella cubana Daymé Arocena, tanto per citarne alcuni.
Ma tutto il cartellone - visionabile al sito www.umbriajazz.com - è un equilibrio tra certezza e innovazione, tra musiche extrajazzistiche e tradizione, tra ricerca e grandeur, perché, conclude Arbore, "il jazz è stato definitivamente lanciato all'interesse di tutti gli italiani, anche delle signore a dispetto della frase di Conte "alle donne il jazz non piace e non si capisce il motivo", proprio da Umbria Jazz, che è ormai riconosciuta nel mondo come una delle nostre eccellenze."
di Raffaello Carabini