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Nucleare, bancarotta per Westinghouse. E la controllante Toshiba perde 9 mld

La società statunitense, leader del settore nucleare a livello mondiale, ha depositato l'istanza per accedere al Chapter 11 della legge fallimentare Usa

Bancarotta assistita per Westinghouse Electric. Uno dei maggiori operatori del settore nucleare a livello mondiale, ha deciso di depositare, presso un tribunale di New York, l'istanza per accedere al Chapter 11 della legge fallimentare statunitense. La società statunitense, uno dei nomi storici del settore sin dagli albori nel dopoguerra, ha deciso di procedere con la richiesta nel quadro di un più ampio piano di ristrutturazione e riorganizzazione diventato ormai impellente dopo i pesanti problemi generati da presunti errori contabili condotti dai manager del produttore americano di reattori nucleari in particolare nella contabilizzazione dell'acquisizione di CB&I.

Le difficoltà di Westinghouse hanno spinto la controllante nipponica Toshiba a contabilizzare a sua volta oneri per oltre sei miliardi di dollari e contestualmente a varare un piano di ristrutturazione caratterizzato dalla cessione di attività remunerative come il business delle memorie per personal computer e dall'apertura del capitale della stessa società con sede a Monroeville, in Pennsylvania. Westinghouse, la cui tecnologia del reattore ad acqua pressurizzata è alla base di quasi la metà di tutte le centrali nucleari operative in tutto il mondo, sta subendo non solo i ritardi nei progetti per la realizzazione di nuove centrali in Georgia e Carolina del Sud, ma anche le ripercussioni del disastro di Fukushima del 2011 che ha innescato un generale abbandono del nucleare in tutto il mondo o comunque un rallentamento nella costruzione di nuovi siti a causa dell'aumento esponenziale dei costi per la sicurezza.

Nel quadro della ristrutturazione, decisa per uscire dal Chapter 11 in condizioni finanziarie migliori, la societa' ha ottenuto un finanziamento da 800 milioni di dollari per portare avanti le sue attività. "Siamo concentrati sullo sviluppo di un piano di riorganizzazione per emergere dal Chapter 11 come una società piu' forte, pur continuando ad essere un leader globale della tecnologia nucleare", ha affermato l'amministratore delegato ad interim Josè Emeterio Gutierrez. L'istanza dovrebbe dare il via a lunghi negoziati tra Toshiba e le utility responsabili dei progetti in Georgia e Carolina del Sud, Southern Co. e Scana Corp, da sempre critiche nei confronti della multinazionale nipponica.

Le due utility hanno sempre addebitato a Toshiba la responsabilità dei debiti di Westinghouse per la costruzione dei reattori ma i giapponesi hanno sempre contestato i rilievi delle due societa' statunitensi. In tale contesto avrà un ruolo anche l'Amministrazione di Washington, visto che il governo federale ha garantito crediti per 8,3 miliardi di dollari per la realizzazione delle due nuove centrali.

Ovviamente la richiesta della protezione dai creditori rischia di determinare nuovi rinvii per la realizzazione dei reattori, i primi realizzati in Usa negli ultimi quattro decenni, con il conseguente aumento di costi gia' superiori ai budget e un nuovo rinvio del termine di lavori di molto in ritardo rispetto alle indicazioni preliminari. Intanto gli sviluppi della vicenda continuano a generare ripercussioni su Toshiba. La societa' nipponica prevede infatti di chiudere l'esercizio fiscale al 31 marzo scorso con una perdita di mille miliardi di yen (9 miliardi di dollari) e un patrimonio netto negativo per 620 miliardi.