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Pensioni, riforma: ecco cosa cambia. Ultime notizie su riforma pensioni
Riforma pensioni, ultimissime notizie. Scheda: cosa cambia, tutte le novità
Riforma pensioni, ultime novità
Gli ultimi aggiornamenti sugli interventi sulla flessibilità in uscita per il 2016: quota 100, l'APE, il prestito pensionistico, il Piano Boeri, il Piano Damiano e il reddito minimo per gli ultra 55enni
Dopo anni di discussione sotto traccia il Governo ha confermato la volontà di introdurre la flessibilità in uscita in occasione della prossima legge di stabilita', cioè verso la fine del 2016. Si tratta di una importante apertura dopo la delusione dell'ultima legge di stabilita' in cui hanno trovato spazio misure tampone come la proroga di un anno dell'opzione donna, una settima salvaguardia per altri 26.300 esodati e l'introduzione del part-time agevolato per chi è prossimo all'età pensionabile. Sul tavolo del Governo e del Parlamento le ipotesi per attuare la flessibilità in uscita sono sinteticamente esposte negli approfondimenti che seguono.
Il Pensionamento Flessibile
Il punto di partenza è il disegno di legge Damiano (ddl 857) che prevede il "raffreddamento" della quota di assegno calcolata con il vecchio metodo retributivo in funzione dell'età anagrafica e di quella contributiva in cambio di un'uscita a partire dai 62 anni e 35 di contributi. La riduzione parte da un massimo dell'8% in corrispondenza dei 62 anni e 35 di contributi e, come indicato, interessa le quote dell'assegno calcolate con il sistema retributivo, cioè quelle piu' generose. Nello stesso ddl c'è anche la proposta di abbassare a 41 anni i requisiti contributivi necessari per uscire indipendentemente dall'età anagrafica, una misura particolarmente apprezzata dai lavoratori precoci. Il costo di tali modifiche sarebbe pari a 8,5 miliardi di euro (per dettagli si veda: pensionamenti flessibili).
La Quota 100
Una seconda ipotesi è il ripristino della pensione di anzianita' a partire da 62 anni e 38 di contributi, cd. quota 100, ipotesi anch'essa presentata dai Dem lo scorso anno (ddl 2945). Questa soluzione ha il vantaggio di non prevedere alcuna penalità sulle uscite a differenza delle altre ipotesi e quindi, avendo un costo piu' elevato per le finanze pubbliche, pari ad oltre 10 miliardi euro, ha scarsissime possibilità di essere approvata (per ulteriori dettagli si veda: quota 100).
Il Ricalcolo Contributivo
La terza ipotesi è il ricalcolo dell'assegno con il sistema contributivo. Questo risultato potrebbe essere ottenuto estendendo l'attuale regime sperimentale introdotto dalla legge 243/04 nei confronti delle sole lavoratrici (cd. opzione donna) verso tutti i lavoratori (anche uomini) a partire dal 2017 magari attraverso una rimodulazione dei requisiti di accesso.
Il Prestito Pensionistico (APE)
Completamente diverso il Piano a cui lavora il Governo che si basa, invece, sull'ipotesi del prestito pensionistico sotto l'acronimo di APE (anticipo pensionistico). Si tratta di un progetto rivolto ai lavoratori con più di 63 anni ai quali sarebbe riconosciuta la possibilità di accedere alla pensione attraverso un prestito erogato dall'Inps per il tramite di banche ed assicurazioni. Somma che poi dovrà essere restituita nell'arco di 20 anni una volta conseguita la pensione attraverso dei prelievi sull'assegno. L'entità della rata di rimborso sarà, tuttavia, graduata attraverso la leva fiscale a seconda della condizione o del reddito del lavoratore. Per ulteriori dettagli sul Piano si veda: APE
Il Piano Boeri
Alcune di queste modifiche sono state riproposte anche dal Presidente dell'Inps, Tito Boeri, nel programma che l'Inps ha "suggerito" al Governo lo scorso anno. La Riforma Boeri prevede una serie di proposte tra cui un pensionamento flessibile a partire da 63 anni e 7 mesi unitamente a 20 anni di contributi effettivi a condizione che il lavoratore possa vantare un assegno non inferiore a circa 1.500 euro al mese (importo che può essere ragguagliato anche attraverso versamenti successivi alla pensione dal datore di lavoro), un sostegno di 500 euro al mese per i lavoratori ultra 55 enni in condizione di bisogno economico per accompagnarli alla pensione, la revisione della totalizzazione nazionale per consentire di valorizzare appieno tutta la contribuzione versata da lavoratori con carriere discontinue, un contributo di solidarieta' sulle pensioni superiori a 3.500 euro lordi al mese per finanziare, almeno parzialmente, i costi dell'operazione oltre al ricalcolo in chiave contributiva dei vitalizi dei politici. Per ulteriori dettagli si veda: Il Piano Boeri.
Gli altri punti
Tra le altre ipotesi in discussione alla Camera si segnala l'introduzione di benefici previdenziali per le lavoratrici madri e per chi assiste familiari disabili con invalidità del 100%, una revisione dei meccanismi per valorizzare la contribuzione mista dei lavoratori con attività discontinue, strumenti per promuovere il versamento dei contributi volontari e il riscatto dei periodi di studio. Modifiche minori potrebbero interessare anche i lavori usuranti con, in particolare, una estensione della platea dei beneficiari, e il rilancio della previdenza complementare.