Politica

Aboubakar Soumahoro: "Nessuno tutela chi ha fame. Adesso entro io in politica"

Di Lorenzo Zacchetti

Intervista al sindacalista che prova a rompere gli schemi della politica: "Rappresentiamo gli invisibili, ma tutti pensano alle rendite di posizione"

Risolvere questi problemi non sarà facile: cosa c'è nella vostra agenda?

Andramo avanti con le “agorà popolari” che sono partite proprio nella sua città, a Milano, ma che poi arriveranno alla Terra dei Fuochi, a Palermo, a Roma... Un cammino che ci porterà, il prossimo settembre, a presentare il nostro programma per il Paese, attraverso il quale vogliamo arrivare a Palazzo Chigi e anche al Quirinale, non come punto di arrivo, ma come strumento per uscire da questa fase difficile

Lei quindi è d'accordo con chi parla di “fallimento della politica”, anche a proposito della nascita del Governo Draghi?

Oggi mi pare che ci sia una corsa a parlare di “fallimento della politica”: è un tema “pop”, come lo è parlare di “transizione ecologica”. Ma non lo è certo per le famiglie dell'ILVA e per tutti coloro che devono scegliere tra avere un lavoro e avere una buona salute. Il tema va abbinato alla giustizia sociale. Il fatto che questo non sia avvenuto ha determinato questo presunto “fallimento della politica”, ma dietro questa moda io vedo una rinuncia a un progetto di cambiamento possibile: quello verso “una società nuova, più umana e più alta”, come diceva Enrico Berlinguer. Chi parla di “fallimento della politica” sta giustificando la sua rinuncia alla missione di soddisfare la sete dei bisognosi. Semmai c'è una crisi dell'autorevolezza della rappresentanza. C'è stato un divorzio sentimentale, morale e fisico tra una certa politica e il Paese reale! Io penso che la politica non possa essere alta e nobile, se non è “altra”. Questo entusiasmo sta muovendo tutte le persone che stanno partecipando al nostro percorso: vogliamo entrare in politica ma non solo per fare testimonianza, bensì per costruire un futuro per chi verrà domani. E, a questo proposito, mi piacerebbe specificare una cosa, se posso

Quale?

C'è chi ha reagito al nostro annuncio di ingresso in politica definendomi “ex sindacalista”. Vorrei quindi approfittare della gentile ospitalità di affaritaliani.it per specificare che io rimarrò eternamente attivista sociale e sindacale! Si è sindacalista nell'anima, perché solo così si rimane in grado di commuoversi di fronte alle ingiustizie. E non si girano mai le spalle ai bisognosi, come mi ha insegnato mia mamma.