Politica

Andreotti e Forlani, no al francobollo commemorativo. “Ma la Prima Repubblica non era malaffare”

Stefano Andreotti: “Non sono sorpreso dai bastoni, la Dc deve uscire dalla cronaca e diventare storia del Paese”

Andreotti e Forlani, no al francobollo commemorativo. “Ma la Prima Repubblica non era malaffare”

Dodici anni fa morivano Giulio Andreotti e Arnaldo Forlani, del quale quest'anno ricorre il centenario della nascita e, i due già presidenti del Consiglio, sono gli unici nella storia d'Italia a non aver avuto un francobollo dedicato. Sul mercato filatelico ci sino valori postali dedicati a Craxi, a Berlusconi, Giuseppe Tatarella, San Tommaso D'Aquino e quest'anno persino il Club della Vespa ma Andreotti e Forlani no.

La denuncia di Carlo Giovanardi

Chi decide i personaggi che meritano un'emissione filatelica è una specialissima Consulta che, ricorda il già senatore e già ministro Carlo Giovanardi, “Ha sede presso il Ministero del made in Italy ed è composta da alti funzionari del Ministero e del Poligrafico assieme ad esperti della materia, tra cui  attualmente Bruno Vespa, Gianni Letta e Maria Latella. Constato adesso che nella seduta del Consiglio dei Ministri del 23 gennaio è stato approvato l’elenco delle emissioni filateliche per il 2025, ma nella lista non compaiono né  Arnaldo ForlaniGiulio Andreotti".

Parla Stefano Andreotti, uno dei 4 figli di Giulio Andreotti

Stefano Andreotti, uno dei figli di “Giulio”, non è sorpreso: “Quello che è avvenuto nel nostro paese da una certa data in poi è stato figlio di un qualcosa che è avvenuto allora e credo che piano piano la cronaca stia lasciando spazio alla storia e che magari – ed è un augurio – tra non molto si possa rimettere un po' a posto quello che realmente è avvenuto sino al 1992-93. Non mi meraviglia che qualcuno metta i bastoni su qualcosa come un francobollo, che debba essere normale, non vedo per quale motivo non possano essere ricordate figure che hanno rappresentato l'Italia come mio padre e Forlani”.

Secondo lei è ancora in corso un tentativo di cancellare la Prima Repubblica? Quel ricordo fa paura?

“Da parte di tante persone della comunicazione e da altri mondi sicuramente si è guardato alla cosiddetta Prima Repubblica come una società di malaffare per addebitare alla Dc le responsabilità più incredibili. Sinceramente credo che una rilettura della storia fatta diversamente possa riconoscere alla Dc il ruolo che ha avuto per fare crescere un Paese ucciso Dalla II Guerra Mondiale e dalla grande frattura che si era creata col Ventennio e con tutte le difficoltà e le lotte che ci sono state. Con la Dc il Paese era cresciuto ed era diventato un grande Paese. Basterebbe fare un confronto un confronto tra gli Anni 80 e 90 e oggi e se realmente informati rimpiangerebbero cosa abbiamo lasciato. Sinceramente è una visione del passato che lascia sorpresi”.

Andreotti, secondo lei è ora di riscrivere la storia?

“Si dovrebbe passare dalla cronaca alla storia. Anche se ci sono alcuni fedelissimi della cronaca che non mollano. Un francobollo negato è una cosa piccola piccola, una piccineria”.

E su chi compone la Commissione? Cioè a Letta, Vespa e Latella?

“Presumo che nessuno dei tre sia stato ascoltato. Conosco tutti e tre direttamente e e sono rimasti sempre tra quelli che hanno difeso la Dc, almeno per quello che riguarda mio padre Giulio”.

Come ci si sente nel 2025 a portare il cognome Andreotti?

“Sono fiero di avere avuto un padre come mio padre e sono stato fiero di esserlo durante la sua vita e sono fiero tutt'oggi. Ho lavorato per 40 anni in Siemens e non ho mai avuto nessun compito politico e con i miei fratelli ho seguito nostro padre senza imposizione ma per scelta. Ho sempre votato Dc e dal 2015 mi sto alla memoria di mio padre insieme a mia sorella Serena che segue l'Archivio Andreotti donato nel 2007 alla Fondazione Sturzo. Tutto quello che c'è appena catalogato viene reso pubblico e parliamo di 700 metri di carta”.

Tra le “carte” c'è ancora qualcosa di inedito?

“Assolutamente no, quello che sto cercando di fare è pubblicare, i famosi scheletri dell'immaginario pubblico non ci sono. Papà è morto con la coscienza a posto. Posso approfittare?”

Prego, il giornale è di chi lo legge, non di chi lo fa, diceva un grande giornalista come Vittorio Emiliani...

“Il prossimo 8 aprile alla Camera presenteremo il primo dei tre volumi “La crisi della Repubblica nel carteggio Andreotti-Cossiga, curato dal professor Luca Micheletta. L'ingresso è libero. Grazie”.

LEGGI LE ALTRE NEWS