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Articolo 18, Damiano (Orlando): non va reintrodotto ma modifiche al Jobs Act

Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)

Andrea Orlando si colloca di fatto in mezzo tra Michele Emiliano e Matteo Renzi nella corsa alla leadership del Partito Democratico

Andrea Orlando si colloca di fatto in mezzo tra Michele Emiliano e Matteo Renzi nella corsa alla leadership del Partito Democratico, almeno sui temi del welfare e del mercato del lavoro. "Non credo che sia possibile reintrodurre l'Articolo 18. Credo invece che sia possibile apportare dei correttivi all'attuale legislazione", afferma ad Affaritaliani.it il presidente della Commissione Lavoro della Camera Cesare Damiano, sostenitore della mozione che fa capo al ministro della Giustizia, commentando la proposta del Governatore della Puglia di reintrodurre l'Articolo 18 nello Statuto dei Lavoratori (clicca qui).

Damiano spiega quali correttivi al Jobs Act andrebbero introdotti: "Bisognerebbe prevedere la cosiddetta reintegra in alcuni casi che riguardano i licenziamenti disciplinari o i licenziamenti per motivi economici". Ma per quale motivo Emiliano ha assunto questa posizione molto di sinistra? "Probabilmente avrà bisogno di trovare consensi, come si fa in tutte le campagne elettorali", dichiara l'ex ministro del Lavoro Damiano.

Secondo il presidente della Regione Puglia, il Jobs Act è stato uno schiaffo ai sindacati e Damiano condivide l'idea che negli anni di Renzi a Palazzo Chigi ci sia stata troppa distanza tra il governo e le forze sociali. "Non c'è alcun dubbio, l'esecutivo ha teorizzato che non si dovesse dialogare con il sindacato e io ho sempre combattutto questa teorizzazione", afferma il presidente della Commissione Lavoro di Montecitorio. Che aggiunge: "Concertazione è un bellissimo termine e non è affatto brutto come qualcuno dice. Penserei a un sano ritorno al dialogo sociale di stampo europeo", conclude Damiano.