Politica

Vaccini, in Italia no ma a Santo Domingo si

di Daniele Rosa

In Italia si staccano le primule, nei Caraibi si vaccina

Probabilmente perchè la Repubblica Dominicana non è un paese pieno di vecchi e quindi molte dosi di vaccino non sono state utilizzate ma sta di fatto che adesso, con grande semplicità, rapidità e senza i consigli dell’esercito di super esperti del CTS di cui godiamo noi là stanno vaccinando e, con vaccini diversi, compreso quello cinese. Vaccino che in Italia non arriverebbe nemmeno con il contagocce ma nei Caraibi sembra essercene a sufficienza. In fondo a noi non arriva in quantità nemmeno AstraZeneca che è fatto dalle nostre parti. Come direbbero da certe parti "cornuti e mazziati".

E, udite udite, la gente puo’ vaccinarsi nelle aree dei supermercati, in farmacia, in aeroporto e pure in ospedale, più meno da tutte le parti. Basta presentarsi con la “cedula”, la carta di identità, e il gioco è fatto. Il paragone con l’Italia è disarmante. Qui è pure successo che a una signora di 89 anni che chiedeva di vaccinarsi le hanno chiesto di prenotarsi “on line”. Qui c’è stato pure un Governatore che, alla faccia della coda, si è fatto vaccinare prima di tutti. Qui c’è pure il mercato nero delle vaccinazioni ad amici e parenti, tanto che male c’è, rimane tutto in famiglia. Ma poi in fondo se pure il vaccino antinfluenzale non siamo riusciti ad averlo per tutti quelli che lo hanno richiesto, qualcuno si sarebbe aspettato un’azione diversa da un Governo come quello passato?

E se l’Italia piange l’Europa certo non ride, anzi.

Pure il promettente vaccino di Johnson & Johnson arriverà, ma molto piano. La multinazionale americana ha fatto una bella giravolta confermando senza pudore alcuno di non poter onorare del tutto i contratti. Contratti stipulati non con il piccolo Lichenstein ma con il vecchio Continente, quello che una volta aveva in mano il mondo e, adesso ,un po’ meno.

Quell’Europa che, per la prima volta quasi unita, ha fatto contratti di cui praticamente tutte le case farmaceutiche produttrici di vaccino si sono fatte degli ‘aeroplanini di carta’.

E si che non ci voleva una grande perspicacia per capire che in certi casi il senso dell’etica puo’ essere bellamente seppellito quando si ha di fronte l’interesse nazionale, o quando si cerca di pagare i vaccini meno di altri o si rifiutano quelli dei paesi che invece sarebbero pronti a darli perchè “non sono testati dalle migliori Agenzie regolatorie del farmaco del mondo, come Ema e Aifa”.

Come si fa a non aver previsto che le parole di Joe Biden nel suo discorso inaugurale da presidente di vaccinare 100 milioni di americani in 100 giorni erano più che un campanello d’allarme per i contratti europei stipulati?

I Paesi “pragmatici” e con un briciolo di visione commerciale e politica stanno vaccinando con successo, da Israele, Stati Uniti, Cile, Gran Bretagna, persino Marocco, Serbia e San Marino.

Gli altri, appesi ai contratti “leggeri” dell’Europa, si stanno “attaccando al tram”. E meno male che l’Italia ha alla guida, anche se da poco,purtroppo, Mario Draghi che ha bloccato l’export di vaccini in Australia, nei paesi africani  e non solo lì, perchè altrimenti avremmo dato vaccini al mondo ma non a noi stessi.

Una figura pessima ingigantita anche dal rapido dietro front sullo Sputnik V, prima snobbato, adesso atteso come il Santo Graal. Senza contare le informazioni che sono arrivate ai poveri italiani crisi in casa da scelte discutibili : prima due dosi indispensabili, poi anche una dose va bene lo stesso, prima no ai 65enni, adesso si. Una confusione generale.

Ma tra il Ministro della Salute, l’ex Commissario Arcuri defenestrato e i membri del CTS nessuno ha la forza di vergognarsi solo un po’?