Politica

Ballottaggi, nervi tesi nel M5S: Grillo non va a Roma, decisioni dopo il voto

Serpeggia il malumore rispetto all'appoggio a Gualtieri e più in generale "all'appiattimento sul Pd": il fondatore rimane a Genova

Nervi tesi nel M5S, Beppe Grillo non va a Roma: le decisioni strategiche rinviate a dopo i ballottaggi

Alla vigilia del ballottaggio romano tra Enrico Michetti e Roberto Gualtieri, sono sempre più forti i dissensi interni al M5S rispetto all’alleanza col Pd, sia nel caso specifico che in una prospettiva politica di più lungo respiro. “Così rischiamo di fare la fine di SEL”, ha riferito un anonimo parlamentare all’Adnkronos, esprimendo il malcontento per quello che alcuni definiscono “appiattimento sul Pd”. 

Si terrà lontano dalle tensioni romane il fondatore Beppe Grillo, che però anche da Genova segue i tumulti interni al MoVimento e ai suoi fedelissimi ripete che l’alleanza con i Dem "non è in discussione e va preservata". 

Nel contempo, però, Grillo ritiene che alla sua creatura serva “uno scatto di reni per definire con forza la propria identità” e non a caso lui stesso ha provato a smarcare il M5S dalla maggioranza di Governo con la proposta dei tamponi gratuiti.

L’annunciata riunione tra il comico e i parlamentari è stata rinviata per non gettare benzina sul fuoco delle polemiche accese dall’iniziativa di Virginia Raggi, che ha convocato sia i “portavoce” che i consiglieri romani per quello che è stato interpretato come il primo vagito della corrente che fa riferimento alla Sindaca uscente.

Seppure dietro le quinte, Grillo cerca di mantenere contatti con tutte le anime del M5S: dal nuovo capo politico Giuseppe Conte, al quale non ha risparmiato l’ironico appellativo di “Mago di Oz” fino al fuoriuscito Davide Casaleggio con il quale – si mormora – il rapporto personale prosegue a dispetto del divorzio politico.

Sullo sfondo, c’è anche un certo sfilacciamento nei meccanismi di restituzione degli emolumenti da parte dei parlamentari, nonché le riflessioni in corso sull’effettiva necessità di dotarsi di una nuova sede fisica.

Ad aggiungere incertezza al quadro è l’attesa per le nomine della nuova segreteria targata Conte, oltre ovviamente all’esito dei ballottaggi di Roma e Torino, dal cui esito potrebbero arrivare nuovi spunti di riflessione sul rapporto tra il M5S il nuovo centrosinistra “allargato”. Una prospettiva che scontenta una buona parte del MoVimento e sulla quale, a scrutini terminati, andrà necessariamente fatta una scelta.