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Politica
Ballottaggi, Roma: quasi fatta per la Raggi. Le previsioni sul voto
Ballottaggi previsioni, come finiscono le elezioni

Ci siamo. Sono 126 i comuni di Regioni a statuto ordinario, del Friuli-Venezia Giulia, della Sicilia e della Sardegna, dove si tiene il turno di ballottaggio per l'elezione dei sindaci. Sono chiamati alle urne in totale 8.610.142 elettori, di cui 4.805.703 maschi e 4.524.439 femmine, in 10.130 sezioni elettorali. Ovviamente le sfide principali sono quelle delle grandi città. Affaritaliani.it pubblica gli ultimissimi sentiment che si respirano nelle sedi dei principali partiti e nei comitati elettorali dei candidati a sindaco.

Vediamo la situazione nelle cinque grandi città chiamate al secondo turno delle Amministrative.

A Roma la campagna per il ballottaggio si è accesa nel finale con colpi di scena e scambi di accuse reciproche. Virginia Raggi, al di là delle dichiarazioni ufficiali, è convinta di diventare la prima donna sindaco della Capitale. Nel Movimento 5 Stelle si parla di un vantaggio di almeno dieci punti percentuali, anche se c'è chi si spinge a prevedere un 60 a 40, grazie soprattutto al sostegno di chi al primo turno ha votato Giorgia Meloni. Nel Partito Democratico, invece, si respira un'aria di sconfitta annunciata, come se la partita fosse già segnata. Roberto Giachetti spera di convincere gli elettori che il 5 giugno hanno scelto Stefano Fassina, ma il distacco da colmare è comunque ampio. Forza Italia ha annunciato scheda bianca, ma alcuni sostenitori di Alfio Marchini potrebbero optare per Giachetti in chiave anti-5 Stelle. Questa è la piccola speranza che rimane nel Pd.

Quella di Milano è forse la sfida più importante. Al primo turno Giuseppe Sala (Centrosinistra) è arrivato primo battendo di circa 5mila voti Stefano Parisi (Centrodestra), meno dell'1%. Entrambi gli schieramenti sono convinti di poter prevalere anche se il margine, per l'uno o per l'altro, sarà risicatissimo. Determinante potrebbe essere l'affluenza alle urne. Secondo gli esperti più la partecipazione al voto sarà bassa e più Sala avrà chance di prevalere. Mentre se l'affluenza fosse pari a quella del primo turno, o addirittura superiore, a farcela potrebbe essere Parisi. Da capire come si comporterà il 10% circa di elettori che al primo turno ha votato per il M5S.

Napoli è la città dove, a detta di tutti, non c'è partita. Luigi de Magistris è sicuro di stravincere addirittura con il 70% dei voti. A sostegno del sindaco uscente dovrebbero arrivare anche i grillini che il 5 giugno hanno votato per Matteo Brambilla. Gianni Lettieri, sfidante di Centrodestra arrivato secondo al primo turno, difficilmente riuscirà a convincere gli elettori del Pd che, anzi, potrebbero in parte confluire su de Magistris. Insomma, salvo colpi di scena clamorosi la vittoria (anche di ampia portata) per l'ex pm è praticamente cosa fatta.

Sfida apertissima invece a Torino. Piero Fassino parte con circa undici punti di vantaggio sulla grillina Chiara Appendino. Con il Pd il centro storico e tutto l'establishment economico-finanziario del capoluogo piemontese, Fca e Compagnia San Paolo in testa. La candidata dei 5 Stelle però viene percepita come l'emblema del cambiamento dopo tantissimi anni di governi di sinistra. Decisivi potrebbero essere i voti di chi al primo turno ha scelto Alberto Morano, quindi leghisti e Fratelli d'Italia-An, ma anche degli azzurri di Forza Italia (Osvaldo Napoli) e dei centristi di Roberto Rosso. Una buona fetta di Centrodestra (non solo del Carroccio) dovrebbe convergere sulla Appendino. Da capire dove andrà quel tre e mezzo che il 5 giugno ha votato per la sinistra di Giorgio Airaudo. Se Fassino si ferma solo ai voti del Pd e non raccoglie quasi nulla dagli altri candidati del primo turno allora i 5 Stelle potrebbe davvero conquistare il capoluogo piemontese.

Cauto ottimismo nel Pd per il risultato del ballottaggio di Bologna. Anche se al primo turno Virginio Merola ha fortemente deluso restando addirittura sotto il 40%, la sfidante Lucia Borgonzoni (leghista sostenuta da tutto il Centrodestra) è molto staccata. Tra i democratici c'è qualche piccola preoccupazione per la possibile convergenza sulla Borgonzoni di chi al primo turno ha votato per il centrista Manes Bernardini (ex Lega) e per il grillino Matteo Bugani. Ma difficilmente - dicono al Nazareno - si arriverà al sorpasso. L'impressione comunque è che la probabile (ma non sicura) vittoria di Merola non sia con un distacco amplissimo.

Per quanto riguarda gli altri comuni capoluogo di provincia il Pd è favorito a Ravenna, a Savona, a Brindisi, a Caserta e a Olbia. Il Centrodestra invece è in pole position a Trieste, a Pordenone, a Varese, a Novara e clamorosamente a Grossetto, città toscana che il Pd potrebbe perdere per la prima volta. Interessante il caso di Benevento, dove al ballottaggio si sfidano - partendo praticamente alla pari (33% entrambi lo scorso 5 giugno), l'ex ministro della Giustizia Clemente Mastella (Forza Italia e altri) e Raffaele Del Vecchio (Pd e altri).
 

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