Banche: Boschi, se mi chiameranno andrò in Commissione
Banca Etruria, Boschi: "Strumentalizzazione tanto meschina quanto evidente"
Banche: Boschi, se mi chiameranno andrò in Commissione
"Una strumentalizzazione tanto meschina quanto evidente". Cosi' il sottosegretario Maria Elena Boschi, in un'intervista al 'Messaggero' parla delle polemiche circa il suo ruolo nella vicenda di Banca Etruria. "Sono un volto facile da colpire. Ma dopo due anni di ricerca ossessiva nessuno ha potuto smentire cio' che dissi in Parlamento. E nessuno parla piu' di pressioni o favoritismi. La verita' arriva, basta non avere fretta".
BOSCHI: "CANDIDARMI? DECIDERA' IL PD SE E DOVE"
Per quanto riguarda una sua eventuale ricandidatura precisa: "Sara' il Pd a decidere se e dove candidarmi. E' una regola che vale per tutti nel nostro partito che, a differenza degli altri, decide le candidature democraticamente nei propri organismi statutari". Boschi sottolinea quindi di "essere a disposizione" nel caso in cui il presidente della Commissione parlamentare sulle banche volesse sentirla. "A me la verita' non fa paura. Mai". E sulla sua presenza a casa del padre durante un vertice sulla banca aggiunge: "Quando vado a Laterina dormo a casa dei miei. Ero in casa, sono arrivati degli ospiti di mio padre, li ho salutati con educazione. Come ha dichiarato Consoli non ho partecipato ad alcuna riunione, non sono intervenuta ed in seguito non l'ho piu' visto ne' incontrato". Nessuna pressione neanche nei confronti dell'ex ad di Unicredit Ghizzoni: "Piu' volte l'ho incontrato per il mio ruolo istituzionale. Non ho mai fatto pressioni perche' Unicredit comprasse Banca Etruria. I nostri rapporti sono stati sempre corretti". Boschi ribadisce infine che avrebbe voluto dimettersi dopo la sconfitta al referendum, ma "il presidente Gentiloni ha insistito perche' fossi al suo fianco"