Politica
Berlusconi è ormai nell'angolo. Rottama Forza Italia, poi lascia
Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)
Silvio Berlusconi vuole davvero lanciare il partito repubblicano all'americana? In questo momento in Forza Italia, bastonata dal clamoroso flop alle Comunali in Trentino Alto Adige e in Valle d'Aosta e con la prospettiva del bis alle Regionali del 31 maggio, regna un'incertezza totale. Poca voglia di parlare chiaramente dei progetti dell'ex Cavaliere. Ma, mentre i colonnelli si leccano le ferite elettorali, con la Lega che ormai doppia Fi in molte Regioni, fonti vicinissime all'ex premier spiegano che quella del partito repubblicano potrebbe essere l'ultima mossa di Berlusconi prima di fare un passo indietro e di abbandonare, gradualmente, la vita politica.
Ovviamente tutti i big azzurri ripetono che l'unico leader è Silvio, scontato, ma qualcosa sta cambiando. Le operazioni finanziarie del gruppo Fininvest-Mediaset, Milan ma non solo, sarebbero propedeutiche proprio a un dimpegno step by step dalla politica. Tutto si tiene. L'ex Cav è convinto che Renzi voglia durare fino al 2018, o almeno fino al 2017, e quindi c'è tutto il tempo per prepararsi. Approfittare del probabile crollo alle Regionali per incolpare alcuni dei colonnelli, quelli non allineati, e, nell'ottica di un rinnovamento ormai improcrastinabile, dare il via al nuovo partito.
Questa è l'ipotesi di lavoro sul tavolo di Arcore, tanto che - secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it - ci sarebbe già una prima bozza di come potrebbe essere il logo del partito repubblicano (nella foto in pagina), più simile nella sua struttura all'elefantino Usa che al Centrodestra francese di Sarkozy. Ma chi farebbe parte del nuovo soggetto politico? Berlusconi sa perfettamente che senza la Lega il Pd vincerà a mani basse le elezioni e che l'unico competitor di Renzi sarebbe il M5S. L'idea è quella di lanciare il partito repubblicano sotto forma di federazione di movimenti del Centrodestra in modo tale che possa essere poi una lista unica che si presenti al voto con le nuove regole dell'Italicum.
Certo che se Salvini e la Meloni continuassero a dire no, anche all'ipotesi federazione, a quel punto resterebbe in campo l'idea di un vero partito che metta insieme Forza Italia, una parte dell'Ncd (quella non renziana) e una fetta di centristi, ma non Carroccio e Fratelli d'Italia. Rinnovamento è la parola d'ordine. Quindi spazio a facce nuove come Cattaneo e la Sardone e via dalle liste chi è almeno da tre legislature in Parlamento. Quanto alla scelta del leader Berlusconi potrebbe anche accettare l'idea delle primarie, proprio come avviene negli Stati Uniti. Sicuramente l'ex Cav non ha in mente se stesso come competitor di Renzi nel 2018 (o 2017) ma farà di tutto affinché lo sfidante non sia Salvini.