Politica
Berlusconi-Renzi di nuovo insieme per fermare l'ascesa dei 5 Stelle
Ecco il piano Berlusconi-(Parisi)-Renzi contro i grillini
Stefano Parisi in campo contro Matteo Renzi alle prossime elezioni politiche? Niente affatto. Secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, l'obiettivo dell'operazione lanciata da Silvio Berlusconi, attraverso la discesa in campo dell'ex candidato sindaco del Centrodestra a Milano, è quella di arginare a tutti i costi l'ascesa del Movimento 5 Stelle. A spaventare il potere, politico-economico-finanziario, dalle banche al gruppo Fininvest passando per il sistema delle cooperative rosse vicine al Pd, sono proprio i pentastellati. E quindi, attraverso la regia di Denis Verdini e di Gianni Letta, ci sarebbe una sorta di patto segreto Renzi-Berlusconi, un Nazareno-bis riveduto e corretto, per tentare di fare il possibile per impedire ai grillini di prendere il potere. L'ex Cavaliere, come hanno dimostrato le ultime Amministrative, non ha mai creduto fino in fondo all'alleanza con Salvini e la Meloni, nonostante i filo-leghisti in Forza Italia non manchino (da Toti alla Santanchè) tanto da scaricare di fatto il Governatore della Liguria per puntare tutto sul moderato Parisi. Il senso dell'operazione, visti anche i movimenti di Alfano verso Forza Italia, è chiaro: arrivare alla sconfitta del premier al referendum istituzionale per poi trattare con il Pd da una posizione di forza un nuovo governo tecnico e di larghe intese che traghetti il Paese verso il voto non prima del 2018. Per allora - sperano sia al Nazareno sia ad Arcore - le sindache grilline Raggi e Appendino avranno offuscato l'immagine dei 5 Stelle, vista soprattutto la situazione disastrosa della Capitale. Il secondo passaggio è quello di una legge elettorale nuova che tolga di mezzo il ballottaggio (troppo favorevole ai grillini) e che consenta a quel Partito della Nazione Renzi-Berlusconi-Parisi (più i cespugli Alfano, Verdini, Tosi ed ex montiani) di governare l'Italia evitando lo spauracchio Di Maio e Di Battista. Fantapolitica? Mica tanto, e infatti questo scenario viene confermato da più fonti parlamentari, di maggioranza e di opposizione.