Politica
Bertinotti e la moglie, coppia proto radical–chic. Vera Verità sul cachemire
L’eccitazione incontenibile di David Puente per la bufala
Bertinotti e la moglie, la coppia più glamour della politica italiana
Ieri è uscita sul Corriere della Sera una bella intervista di Tommaso Labate alla coppia Bertinotti, formata da Lui, Fausto (83) e da Lei, Gabriella Fagno (78). Si tratta di una specie di amarcord che si sviluppa e si dipana attraverso il fluire della storia d’Italia. La vicenda umana e politica di Fausto Bertinotti si identifica per molto tempo con il sindacato, con la CGIL, in cui arriva nel 1964 diventando segretario dei Tessili a Sesto San Giovanni, la “Stalingrado d’Italia”. Nei primi anni ’60 milita nella cosiddetta sinistra lombardiana e nel 1972 entra nel PCI, avvicinandosi a Pietro Ingrao. E quella è la sua fortuna. Quando infatti Achille Occhetto abbatte e trasforma il PCI è all’opposizione ma aderisce comunque al PDS che lascia però nel 1993 per rispondere all’appello di Armando Cossutta e Lucio Magri di aderire al Partito della Rifondazione Comunista di cui a gennaio 1994 viene eletto segretario nazionale.
Bertinotti, improvvisamente, diventa noto ovunque, anche a livello mondiale. È lui l’erede del vecchio Partito Comunista Italiano che allora cubava pochi punti percentuali ma ancora esisteva almeno come punto di riferimento ideologico e solleticava gli incubi estivi di intellettuali tormentati e tormentosi come Nanni Moretti che tra una passeggiata e l’altra a villa Sciarra a Monteverde Vecchio pensava di aderire ma poi non se ne fece più nulla. Conviene infatti fare i girotondi in zona ztl che sono più sicuri e –soprattutto-danno molta più visibilità e “sintomatico splendore”. Nell’intervista Bertinotti gigioneggia alquanto con la moglie. Si vede che –forse inconsciamente- recitano a soggetto, secondo i canoni della commedia dell’arte. Ma quello che interessa dell’ex Presidente della Camera non è poi la sua storia politica che più o meno segue un corso abbastanza regolare concretizzatosi nel saper cogliere l’opportunità della caduta del Muro di Berlino, ma il suo particolare modo di essere “comunista” e lo mettiamo ancora tra virgolette.