Politica

"Bonaccini perde? Cade il governo. Poi Giuseppi-ter con Berlusconi e Renzi"

Alberto Maggi

Elezioni regionali in Emilia Romagna e conseguenze a Roma/ Intervista di Affaritaliani.it all'ex sindaco di Venezia Massimo Cacciari

Come finisce domenica in Emilia Romagna?
"Sono sicuro che Stefano Bonaccini riuscirà ad avere più voti di Lucia Borgonzoni, bisogna però vedere se la coalizione di Centrodestra supera il 50%. Al 99% il Governatore uscente ce la fa, ma se il Centrodestra come liste superasse il 50% Bonaccini non avrebbe la maggioranza in consiglio regionale. Questo rischio è reale".

Se dovesse avverarsi quell'1% ovvero dovesse diventare presidente dell'Emilia Romagna Lucia Borgonzoni ci sarebbero ripercussioni a livello nazionale?
"Ripercussioni a Roma ci sarebbero solo in caso di catastrofe generale, se Bonaccini ce la fa ed è un pareggio no".

Ma se Bonaccini e il Pd perdono?
"E' impensabile che in questo caso non ci siano ripercussioni nel Pd e nel governo. Con tutta la buona volontà di questo mondo non potrebbero far finta di niente. La vittoria di una leghista in Emilia Romagna corrisponderebbe alla caduta di un piccolo muro e nulla sarebbe più come prima".

Il governo Conte rischierebbe di cadere?
"Con la sconfitta di Bonaccini si aprirebbe una fase insostenibile dal punto di vista politico e di immagine generale, la navigazione del governo risulterebbe impervia. Non vedo dimissioni immediate come fece D'Alema nel 2000, ma certamente non potrebbero far finta di niente".

Quindi si andrebbe inesorabilmente verso le elezioni politiche anticipate?
"Non è affatto detto, potrebbe anche esserci un altro governo, perché no?".

Scusi, sostenuto da chi?
"Gli uomini di buona volontà si trovano sempre in questo Paese che è la patria del trasformismo. Sono tutti attratti da questa sirena e infatti vogliono approvare una legge elettorale proporzionale e quindi coerente con questa vocazione trasformistica che ha una lunghissima tradizione e che c'era già durante il regime fascista. E' uno dei vizi storici dell'Italia. Non è per niente scontato che fuori Conte si vada dritti alle elezioni anticipate".

Franceschini premier?
"Non credo proprio che possa essere uno del Pd. Potrebbe essere di nuovo Conte, un Giuseppi-ter con dentro Forza Italia, con Renzi in posizione di dominus, naturalmente con il Pd e con un pezzo di 5 Stelle. Se, come tutto lascia presagire, il M5S va incontro a una catastrofe in Emilia Romagna dovrà tirare le somme e decidere cosa fare da grande".

Quindi non vede le elezioni...
"Non è certo che la caduta del governo porti alle urne. Dopo le dimissioni di D'Alema arrivò Amato, dopo Enrico Letta ci fu Renzi e dopo Renzi Gentiloni. Solo la caduta di Prodi portò alle elezioni, per il resto si è sempre cercato di tenere in piedi la baracca il più a lungo possibile. D'altronde quella marea di parlamentari M5S che incautamente gli italiani hanno eletto nel 2018 subito dopo una sconfitta in Emilia prendono la valigetta e tornano a lavorare? Dai, su, non scherziamo. Prima che vadano a casa ce ne vuole. Fatto sta che se dovesse cadere il muro emiliano-romagnolo l'attuale governo Conte avrebbe i giorni contati".

E nel Pd? Zingaretti lascerebbe la segreteria?
"Assolutamente no, perché dovrebbe? Zingaretti era l'unico che non voleva questo governo sostenendo che fosse meglio andare a votare. In quel caso direbbe, in una forma o nell'altra, 'avete visto?' continuando sulla strada di un congresso serio del Partito Democratico".