Politica
Bossi è fedele alle ragioni del Nord? Sai che scandalo...
Di Andrea Lorusso
"Col ca**o che questo è un funerale. È il funerale degli altri", così Umberto Bossi ha esordito al Congresso che sanciva definitivamente la nascita della Lega per Salvini Premier, mandando anche formalmente in soffitta lo storico slogan "Prima il Nord".
Cosa mai digerita dal Senatur: "Oggi non si chiude nessuna Lega, questo congresso dà la possibilità di avere il doppio tesseramento (Lega e Lega per Salvini). Questo glielo possiamo concedere, siamo noi che concediamo non è Salvini che ci impone. Salvini non può imporci un cazzo lo diciamo con franchezza".
Con la stoccata sui meridionali che ha fatto aizzare la stampa ed una parte della politica nostrana: "Mi sembra giusto aiutare il Sud altrimenti straripano come l'Africa." Replica poi Salvini sui social: "Sbaglia chi pensa che il Sud valga meno. Qualcuno nel partito è fermo al passato."
Cos'è andato in scena di nuovo? Il nulla. Bossi è fermo alle origini del Movimento che ha fondato, e Salvini che cinque anni fa ha vinto la Segreteria ed ha riportato in auge il vessillo di Alberto da Giussano, ha trasformato quel sindacato settentrionale in un partito a vocazione Nazionale. Punto, fine della storia.
Non si comprende lo scandalo, non si sa bene dove si celi il misfatto, visto che dalla notte dei tempi c'è una ridottissima padana che insorge, con sempre meno uomini e meno convinzione, al nuovo corso leghista. Ormai la dialettica politica è alla canna del gas, se qualcuno pensa davvero che sia possibile mettere in contraddizione l'operato dell'ultimo lustro, strumentalizzando un uomo portato in sedia a rotelle, con un ictus pregresso, che ha fatto la storia ma che quel capitolo l'ha chiuso, allora è veramente privo di accortezza.
L'unica nota rilevabile è lo stile di Salvini, nonostante non passi giorno che Bossi gli dia del "cogl***e", l'ha pure applaudito. Senza sbavature, senza cadere in provocazioni, senza rinnegare le radici di chi ha fatto un lavoro importante, ma che oggi siede fuori dagli organi decisionali.
Bossi è lo stesso di sempre: "Col tricolore mi pulisco il cul*". Chi negli anni ha seguito l'agone elettorale se lo ricorderà. E Salvini è quello che s'è cosparso il capo di cenere, che con grande coraggio ha preso sassi e uova in faccia per portare il vento del cambiamento.
Il 17 settembre 2017 Bossi tuonava: "Non mi aspetto niente da uno che tradisce il Nord." Quindi se cercate il bollino d'onestà intellettuale e genuinità dell'operazione portata a casa, dell'evoluzione innescata da Salvini, lo potete trovare nella fervida opposizione che ha dovuto vivere al proprio interno. Solo i lifting di facciata non trovano dissenso.