Politica
Bravo Fedez, ma ora stai attento a non farti sedurre dalla politica!
La battaglia sui diritti civili è meritevole e coraggiosa, ma un artista non deve farsi strumentalizzare da chi non riesce ad avere lo stesso appeal
Lo scontro fra Fedez e mamma Rai, le telefonate registrate e pubblicate da una parte e dall'altra non fa altro che aprire un vaso di Pandora che da molto tempo sapevamo cosa contenesse. Ma non è tanto questo il fulcro della questione.
Il rapper milanese non fa che scoprire l'acqua calda: in Rai il "sistema" è sempre esistito. Così come da sempre in Rai lavora molta gente raccomandata. Mai una novità.
I "santi in paradiso" fanno diventare semplici appassionati di cucina grandi chef. I "santi in paradiso" ti fanno lavorare a chiamata. I "santi in paradiso" ti fanno andare ospite in talk show a dire la tua opinione, anche se parli di fisica quantistica e ti sei diplomato a fatica a Ragioneria.
Dunque, l'attacco (a mio avviso giustissimo e finalmente!!) del buon Federico Lucia, ha colpito un corpo morto, in putrefazione da decenni, chiuso nel sacco della morale che nemmeno il medioevo.
L'attacco politico (altrettanto giusto a mio avviso) è il nocciolo della questione. Non tanto per quello che ha detto Fedez, ma per il contorno della polemica. A parte l'immobilismo del solito Partito Democratico, ridotto ormai a guitto di un teatro chiuso, e le quasi scontate parole della destra che aveva anticipato la polemica con un post del leader della Lega, Matteo Salvini, che sembrava fatto apposta per innescarla, la cosa che è passata agli onori delle cronache è stato l'innalzamento di Fedez a santino laico della sinistra italiana.
Forse alla sinistra italiana, anzi non tanto alla sinistra che in Italia non esiste più, quanto proprio al Partito Democratico, serve davvero il ragazzo tatuato per far parlare di sé.
Non avendo alcuna dote carismatica, abbraccia il giovane alla moda, marito di una donna super seguita, per tentare di accalappiare un pubblico di giovani votanti. Ma non ce la farà mai. Oggi, il PCI di Berlinguer risulterebbe assai più moderno di quella accozzaglia di litigiosi che abita nel Pd a cui manca la tunica bianca per assomigliare in tutto e per tutto ai senatori delle congiure romane.
Da un certo punto di vista, però, il Pd ha le sue ragioni. Ma il protagonista, Fedez, che si sta prendendo lezioni da tutti, politici e opinionisti da bar che si credono Dio, non deve commettere un solo tipo di errore. Uno solo. Non deve farsi imbrigliare nella cloaca di un partito, qualunque esso sia. Nemmeno in quello che vota lui (se vota). Sarebbe il suo suicidio ideologico e forse mediatico.
Fedez è un artista, può piacere o no, ma come tutti gli artisti di peso ha un ruolo socio-culturale importante. Non è che perché ha il corpo colorato da decine di tatuaggi il suo impegno politico vale meno di quello che fu un tempo l'impegno di De Gregori. O di Guccini. O del mitico Vasco Rossi che con le sue dichiarazioni a favore dei Radicali di Pannella lasciava sempre il segno.
No, caro Fedez, non commettere questo errore. Sei un artista e devi restare un battitore libero, un pensatore che non ha padroni. Prendi le distanze da chi ti vuole abbracciare e poi quando non servirai più ti accoltellerà. Solo allontanando da te ogni appartenenza politica sarai davvero credibile. Hai scelto la battaglia sui diritti civili. Questo ti fa onore.
Ce ne sono molte altre che si possono fare in parallelo, sfruttando (perché no?) il tuo enorme bacino di followers. Ma falle da solo, al massimo con i tuoi seguaci di Instagram. Falle da solo senza padri putativi che userebbero i tuoi tatuaggi per colorare la loro grigia incapacità di relazionarsi con il mondo dei tempi moderni.
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