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Politica
Bruno Vespa e il Presidente della Repubblica inglese e spagnola
Bruno Vespa

Bruno Vespa ha pestato quella che in gergo giornalistico si chiama una gigantesca cacc*

 

Questa volta Bruno Vespa ha pestato quella che in gergo giornalistico si chiama una gigantesca cacc*.

E lo ha fatto in una maniera quasi elegiaca e poetica e a suo modo deliziosa. Un auto-strangolamento, confezionato con le sue stesse mani.

Ieri infatti è apparso su X un video – editoriale nell’account ufficiale di “Porta e Porta” che è rimbalzato sui social in maniera dirompente.

Il vecchio giornalista stava lodando la riforma costituzionale della Meloni ed avendo esaurito gli aggettivi magnificanti ha voluto fare una incursione nelle saponose terre della geografia politica rimediando la disastrosa gaffe.

“Adesso c’è un governo che fa l’elezione diretta non del primo ministro ma del presidente del Consiglio nella maniera più light che quasi il sapore non si sente. Nel senso che la chiave sta nei poteri del Presidente della Repubblica. E questo progetto non lo tocca” e poi l’affondo rovinoso:

“I primi ministri di Inghilterra, non parliamo poi di Macron che è una Madonna, Spagna e Germania contano infinitamente di più dei loro presidenti della Repubblica. Uno non sa neanche come si chiamano. Non ho capito tutto ‘sto pericolo dove sta”.

Ma Vespa, il “pericolo” –come lo chiama lei- non è nella riforma ma nel fatto che in Inghilterra e Spagna vigono monarchie costituzionali, poffarbacco!

E il povero Re Carlo III –che c’ha messo decenni a diventare Re- in questo momento deve odiarla giusto un pochettino, ecco.

E povera pure Giorgia Meloni che ha avuto un cantore come Vespa che le ha fatto fare indirettamente una pessima figura, che se questi sono gli amici figuriamoci i nemici.

Vespa, in un eccesso, di allineamento, diciamo così, ha dimenticato uno dei fondamenti del Potere e cioè la frase che diceva ai suoi funzionari Charles-Maurice de Talleyrand-Périgord, principe di Benevento, principe duca di Talleyrand e pari di Francia: “Surtout pas trop de zèle”, che tradotto fa “soprattutto non troppo zelo”. Appunto. Appoggiare se convinti, ma non strafare.

Va da sé che sui social gli utenti si sono scatenati.

“Almeno le basi di diritto costituzionale se si vuole parlare dei sistemi europei”

“Studia, che è meglio”.

E poi un altro, sotto l’hashtag #tuttoaposto, se la prende con Enrico Mentana e il fact checking addomesticato dello sbarazzino David Puente.

E appunto nella nuova funzione “informazioni contestuali” di X lo hanno subito impietosamente segnalato con queste parole: “Nessuno sa il nome del presidente della Repubblica di Spagna e Inghilterra perché questi due paesi non sono repubbliche, ma monarchie parlamentari”.

Insomma una vera Caporetto o Waterloo che dir si voglia.

La figura di Bruno Vespa in realtà è stata spesso al centro di polemiche.

Il noto giornalista Giorgio Bocca, a Le invasioni barbariche (La 7), condotto da Daria Bignardi ebbe a dire:

“Ma questi famosi giornalisti della televisione poi dove sono? Non ci sono”.

“Ma a chi sta pensando come giornalisti, a Bruno Vespa? A direttori di telegiornali?”, disse la Bignardi.

“Io Vespa non lo considero un giornalista. Lo considero un servo di regime.”

A questo punto lo studio si riempì di convinti applausi del pubblico.

Il giornalista Giovanni Valentini su X ha postato invece ieri velenosamente:

“Dopo il comizio televisivo di Vespa a favore del premierato meloniano, tutti coloro che sono contrari (cittadini, abbonati, telespettatori, costituzionalisti, giornalisti e politici) farebbero bene a boicottare la sua trasmissione”; e poi ancora: “Un ‘conducente’ del servizio pubblico è tenuto a rispettare l’imparzialità”.

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