Politica

Calabria, è guerra fra i partiti: faide in FI, Salvini dice no a Occhiuto

Guerra fra i partiti in Calabria: faide in Forza Italia mentre Salvini non vuole Occhiuto (FI) candidato alla Regione

Guerra fra i partiti in Calabria: faide in Forza Italia mentre Salvini non vuole Occhiuto (FI) candidato alla Regione

Nel Pd  i renziani minacciano la scissione  

Guerra aperta in Calabria in vista delle elezioni regionali previste, se non ci saranno sorprese, in autunno. Uno stato di guerra punica attraversa tutti i partiti piu importanti. A cominciare dalla Lega di Salvini. I colonnelli vicini a Matteo vogliono evitare qualsiasi ombra perché il vice premier è stato eletto proprio in Calabria e Salvini ha giudicato sempre strategica e simbolica la regione del sud per la sua lotta contro l’illegalità.

Pertanto, con un colpo di scena, il partito calabrese guidato dal lametino Domenico Furgiuele  che è stato di fatto depotenziato. Non sono esclusi coup de theatre ulteriori in vista delle prossime elezioni regionali. Le cose non vanno meglio in Forza Italia, in mano al cosiddetto gruppo di Cosenza – guidato dalla parlamentare Jole Santelli – che vuole a tutti i costi esprimere il prossimo candidato governatore, cioè il sindaco Occhiuto, che però la Lega non vuole. Con i ‘cosentini’ fa asse l’iperattivo deputato reggino Francesco Cannizzaro , molto popolare per la sua rimarchevole e indubbia   intraprendenza  ma inviso ad alcuni per la sua eccessiva vicinanza alla cosiddetta ‘lobby di Cosenza’.

Più defilato il senatore Marco Siclari, inviso a Cannizzaro, ma ben visto e apprezzato  dai vertici del partito  e soprattutto grazie a un forte consenso popolare che gli ha consentito di vincere il collegio senatoriale uninominale a man bassa. Si chiude con il Pd, dilaniato da interminabili faide tra ‘renziani’ e ‘zingarettiani’, questi ultimi rafforzati dal fatto che il governatore Oliverio è tornato in gioco,  dopo la sentenza - proprio  di ieri sera -  della Cassazione,  che lo ha liberato dall’obbligo di dimora nel suo paesino d’origine cui era relegato  per via di una indagine della procura di Catanzaro dal dicembre scorso . Ma i renziani non vogliono che si riproponga per  la guida della regione e minacciano la scissione.