Politica

Calenda da Vespa: fiera delle vanità. Azione-Italia Viva nel Terzo Pol(l)o

Di Giuseppe Vatinno

Il Churchill dei Parioli stranamente sobrio e pulito



“Come sono uguali?”. Si domanda il casalingo (per par condicio) di Voghera mentre rassetta la cucina e la moglie fuma un sigaro sul divano. “Ma sì”, -insiste l’Imperatore Commodo- “Dicono le stesse cose, so’ du aspetti della stessa medaja”. Forse voleva dire “medaglione”, data l’ora e la fame.

Di nuovo la folata di gelido vento reatino pervade via Teulada e si inerpica nel mitico Studio 5. Nulla è più lontano delle due femmine alfa attuali dominatrici dell’Italia ma per Commodo sono uguali. Vabbè. Vespa, sorride bronzeo di circostanza e annaspa sperando che quei 5 minuti lunghissimi finiscano e maledice quando l’ha invitato. Ma Commodo insiste: “siamo bravissimi. Da zero siamo arrivati all’8% alle ultime politiche”. Appunto: un fallimento. Lui stesso aveva detto che sotto il 10 andava a vendere la porchetta ad Ariccia, ma ora non ne fa menzione.

E poi ancora il Commodo dei Parioli si fa serio e scruta il futuro: “per fortuna ci saremo noi che siamo aperti alle cose buone di tutti. Se c’è una cosa intelligente di sinistra la sosteniamo se è di destra pure”. Insomma, una rivisitazione dell’antico detto romano: Franza o Spagna basta che se magna. Declinazione popolare di Terzo Polo appunto. I cinque minuti sono fortunatamente trascorsi. Vespa annaspa e gioisce mentre Calenda fa occhioni e non schioda dalla telecamera e l’impalla vanamente gomitato dallo spossato abruzzese.