Rai, Renzi difende le nomine del cda - Affaritaliani.it

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Rai, Renzi difende le nomine del cda

Nella nuova Unità di Erasmo D'Angelis c'è spazio anche per una rubrica dedicata alle risposte del premier ai lettori che lo interrogano sulle principali questioni di attualità. Matteo Renzi ne approfitta per rivendicare alcuni dei passaggi politici più significativi degli ultimi tempi. A cominciare dalla Rai. Il presidente del Consiglio rivendica i nomi scelti per il Cda di viale Mazzini e respinge la critica di chi avrebbe voluto esponenti della società civile nel Consiglio di amministrazione dell'azienda di viale Mazzini: "Questa retorica della società civile da contrapporre al partito (come se il Pd fosse la società incivile) per me è insopportabile" - sottolinea l'inquilino di Palazzo Chigi - "Non è che se uno non si è mai iscritto a un partito è società civile e invece chi fa il militante alle feste dell'Unità o ha una tessera in tasca è incivile. Per anni anche i nostri leader hanno fatto passare questo messaggio, persino nel Cda della Rai dove si sono scelte persone non esperte di comunicazione che avevano come grande merito essere appoggiate da movimenti e associazioni di società civile".
 
Renzi difende, oltre ai tre consiglieri di amministrazioni votati dal Pd, anche la scelta di Monica Maggioni alla presidenza e di Antonio Campo Dall'Orto alla direzione generale: "Faranno meglio di chi li ha preceduti" - sottolinea - "Noi abbiamo indicato per la prima volta al vertice figure che vengono dalla televisione". Poi conclude: "Prima di tutto viene la competenza, dunque. E la Rai deve essere messa in condizione non solo di essere risanata sui conti, come è stato fatto, ma anche di essere rilanciata sui contenuti".
 
Un altro lettore prova a tirare il premier nella contesa che da qualche giorno oppone il vignettista Sergio Staino e l'ex presidente del Pd Gianni Cuperlo. "Non entro nella discussione tra Sergio e Gianni" premette il premier che poi rivendica i risultati raggiunti al vertice del Pd e del governo: "Siamo entrati nel Partito Socialista Europeo, abbiamo restituito dieci miliardi a chi guadagna meno di 1500 euro con i famosi 80 euro, abbiamo abbassato le tasse sul lavoro, messo 400 milioni sulla non autosufficienza", elenca il premier che poi ricorda anche le riforme sul divorzio breve, sul lavoro e l'impegno contro la rigidità dell'austerity in Europa. "E' un elenco provvisorio e comunque non basta. C'è ancora molto da fare. Però queste cose sono state fatte. E per me sono cose di sinistra" sottolinea il premier replicando al militante Pd che gli chiede di fare qualcosa 'più di sinistra'.