Politica
Lega: "Riarmo? Da Ursula mossa sciagurata. Normalizzare le relazioni con Mosca"
Centinaio: "E sulla politica estera Meloni deve...". Intervista

"Von der Leyen ha messo in piedi in quattro e quattr’otto un piano di riarmo, sparando la cifra di 800 miliardi senza sapere bene dove prenderli e invitando gli Stati a fare più debito. Una mossa sciagurata"
"Nessuno può pensare di decidere la politica estera di un governo “contro” uno dei partiti che ne fanno parte. E sono certo che nessuno in questa maggioranza lo pensi. Lo dimostrano i diversi incontri tra la premier e i due vice, compreso quello di oggi. E lo dimostra anche il fatto che in Parlamento abbiamo sempre votato in maniera compatta".
Con queste parole Gianmarco Centinaio, vicepresidente del Senato ed esponente di spicco della Lega, risponde alla domanda di Affaritaliani.it sulle parole del vicepremier Antonio Tajani, che ha più volte affermato che la politica estera la decidono lui e la premier Meloni. "I nostri tre partiti appartengono a tre diverse famiglie europee, quindi è normale che ci sia una dialettica, che va rispettata e valorizzata. È compito della presidente del Consiglio raccogliere i contributi che tutti possono portare, compresa la Lega, fare una sintesi e rappresentarla all’estero insieme al ministro".
La Lega sarebbe favorevole all’invio di militari italiani in Ucraina se ci fosse una missione Onu?
"Temo che qualcuno stia correndo troppo. L’Europa in questi anni è rimasta immobile sul piano diplomatico, si è limitata a rifornire di armi Kyiv senza avviare nessun tentativo di dialogo per favorire la pace. Abbiamo dovuto aspettare Trump per far sedere al tavolo delle trattative Russia e Ucraina. E ora cosa fa l’Europa? Torna a parlare di armi e di missioni militari. Arriviamo alla pace, vediamo quali saranno le condizioni e cosa riuscirà a concordare Trump con Putin e Zelensky. Poi capiremo quale potrà essere il nostro contributo, a partire da una necessaria copertura internazionale e dalla nostra Costituzione che, lo ricordo, dice che “l’Italia ripudia la guerra”. Non mandiamo i nostri soldati allo sbaraglio, né contro il volere di una delle due parti".
In Europa la Lega è molto critica verso Ursula von der Leyen. La Lega ritiene corretto aderire al piano di riarmo da 800 miliardi di euro voluto dalla presidente della Commissione europea? E in che forma e con quali fondi?
"Anche qui, un altro pasticcio europeo. Von der Leyen ha messo in piedi in quattro e quattr’otto un piano di riarmo, sparando la cifra di 800 miliardi senza sapere bene dove prenderli e invitando gli Stati a fare più debito. Una mossa sciagurata, che ha già provocato un aumento dei tassi di interesse. In poche parole, noi anche oggi stiamo buttando soldi sui mercati finanziari solo per un annuncio avventato. Senza considerare che questo ha irrigidito le posizioni di Mosca al tavolo delle trattative. Inoltre, l’immagine che arriva ai cittadini è quella di un’Europa pronta a spendere per comprare armi, ma non per migliorare la sanità o sostenere le imprese. Forse Von der Leyen pensa che allevare mucche o coltivare i campi sia inquinante, invece produrre più armi sarebbe green. Noi non siamo contrari a un rafforzamento degli eserciti nazionali nell’ambito della Nato e sosteniamo la linea del ministro Giorgetti, che chiede un piano strutturato meglio e che non incida sul debito pubblico, ma favorisca piuttosto il contributo dei privati".
Il rapporto con Donald Trump va preservato evitando scontri come quelli del presidente francese Emmanuel Macron?
"La scorsa settimana sono stato a Strasburgo, dove tra le altre cose ho avuto un incontro bilaterale con il mio omologo francese, il vicepresidente del Senato Loïc Hervé. Abbiamo parlato a lungo degli interessi che i nostri Paesi hanno in comune e della necessità di collaborare anche per evitare i dazi americani su prodotti come il vino. Questo non è un lavoro che si fa cercando lo scontro con Washington, ma favorendo il dialogo. È quello che sta cercando di fare il governo italiano ed è quello che vuole aiutare a fare anche Matteo Salvini, grazie ai rapporti privilegiati che può vantare con l’amministrazione americana. Se Macron si mette di traverso, crea problemi ai cittadini francesi che rischiano di riversarsi anche sul resto dell’Europa. Non è un caso se stiamo parlando di un presidente ormai di minoranza, che ha perso il consenso del suo Paese".
Per lei Vladimir Putin e la Russia sono un nemico pericoloso o bisognerebbe, una volta raggiunta la tregua in Ucraina, tornare a normali relazioni diplomatiche come prima del conflitto?
"Sarebbe assurdo pensare di non avere più relazioni con la Russia, una grande potenza mondiale e un grande mercato. Le sanzioni economiche di questi anni hanno già creato tanti problemi alle famiglie e alle imprese italiane. Con questo non voglio dire che non siano state giuste, ma penso che mettere fine a questa assurda guerra sia anche il primo atto per tornare a normalizzare le relazioni con Mosca. È sempre sbagliato sovrapporre un Paese con chi lo governa ed è impossibile avere relazioni solo con chi condivide i nostri valori. La diplomazia serve proprio a conciliare posizioni diverse e l’Italia ha una grande tradizione in questo campo, che dobbiamo coltivare e far valere".
Che cosa pensa delle parole di Donald Trump che ha definito gli europei "parassiti"?
"A nessuno fa piacere sentirsi definire così, ma guardiamo la realtà. La bilancia commerciale è sbilanciata a nostro favore. Il contributo che gli USA danno alla NATO è di gran lunga superiore a quello dei Paesi europei. Trump ha vinto le elezioni dicendo agli americani che avrebbe difeso i loro interessi ed è quello che sta facendo. Con quella parola, lui voleva prima di tutto attaccare le politiche della precedente amministrazione Biden, ma ha anche esplicitato quello che molti cittadini americani pensano. A noi dispiace, dall’altra parte dell’Oceano crea consenso. È la politica, bellezza".
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