Centrodestra, i big di Forza Italia disertano la convention di Parisi
Berlusconi succederà a Berlusconi...
Tutto pronto per la convention a Milano di Stefano Parisi, il prossimo weekend. Ma l'ex candidato sindaco contro Giuseppe Sala non scalda i cuori dei big di Forza Italia. Alla manifestazione di Parisi, infatti, non ci saranno i colonnelli azzurri e, forse, nemmeno Silvio Berlusconi. Sicuramente daranno forfait Paolo Romani, Giovanni Toti e Daniela Santanchè. Quasi certa anche l'assenza di Mariastella Gelmini e di Renato Brunetta. La 'pitonessa' azzurra (Santanchè, ndr) spiega così la sua decisione: "Bisogna lasciare spazio a Parisi, metta in campo quell'aggiunta della cosiddetta società civile di cui ha parlato". Dichiarazioni ufficiali a parte, si tratta di un classico caso di 'si nota di più se vado o se non vado?'. Sta di fatto che la situazione nel Centrodestra è di stallo. Tutti attendono di capire cosa farà la Consulta con la legge elettorale e quando si voterà per il referendum istituzionale. Due variabili che lasciano bloccata la situazione politica. Berlusconi - spiegano fonti azzurre qualificate - è praticamente sicuro che la Corte di Giustizia Ue gli darà ragione sulla questione della retroattività della Legge Severino ridandogli quindi la possibilità di essere eletto e di ricoprire cariche pubbliche. Un passaggio fondamentale anche perché l'ex Cavaliere intende scendere nuovamente in campo come candidato premier alle prossime elezioni nel 2018. Niente Parisi, niente Salvini, niente Zaia, niente Toti. Berlusconi vuole succedere a Berlusconi. Silvio, ovviamente. Ma non è detto che sia a capo di una coalizione di Centrodestra con Lega e Fratelli d'Italia (Salvini e Meloni non lo accetterebbero mai con candidato a Palazzo Chigi). Qualora si andasse verso un sistema elettorale proporzionale, dopo la probabile bocciatura dell'Italicum da parte della Corte Costituzionale, si potrebbe andare alle urne in ordine sparso e Berlusconi, a capo di Forza Italia o della nascente L'Altra Italia, potrebbe puntare a un 20% per poi governare con Renzi visto che quasi certamente nessuno avrà la maggioranza nel prossimo Parlamento.