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Politica
Centrodestra, la quarta gamba vuole divorziare. Collegi in palio? Troppo pochi
Foto La Presse

di Gaetano Gorgoni

C’è molta differenza tra il 2,2 per cento dei primi sondaggi casalinghi e il 3,8 per cento: ultimamente circola di più il secondo dato, quando si parla di Noi con L’Italia. La “soglia ammazza piccoli” potrebbe essere superata dai big centristi e, anche se è sempre un grande rischio, ora la quarta gamba minaccia il divorzio. Per la nuova ditta Cesa & Fitto sono veramente pochi i collegi che gli alleati sono disposti a concedere: si parla di solo di 13 uninominali in tutta Italia (addirittura molti di meno dei 22 di cui si parlava prima). Offerta inaccettabile per i fittiani e per lo Scudocrociato. Qualcuno sente puzza di bruciato. Si sta facendo passare tempo per poi sferrare la “sorpresa finale”? “Ad oggi stiamo andando da soli: se pensano di non trattarci da alleati, noi facciamo per conto nostro” - spiega Salvatore Ruggeri.

Martedì si terrà un nuovo incontro romano per trovare la quadra, ma la spaccatura è già realtà. Meno di due mesi alla grande sfida della corsa al Parlamento e non si sa ancora come saranno ripartiti i collegi. Con l’ostruzionismo di Fratelli d’Italia e Lega (anche in Puglia) Raffaele Fitto non sa che pesci prendere: deve garantire Perrone e Gabellone, ma soprattutto se stesso e i posti non ci sono. L’Udc, invece, ha una priorità nel Salento: l’elezione di Luciano Cariddi. La ripartizione degli uninominali ha fatto imbestialire la quarta gamba: 155 sarebbero di Forza Italia; 129 alla Lega; 51 ai Fratelli d’Italia e 13 alla quarta gamba. La tensione è alle stelle e partono gli avvertimenti al leader maximo della coalizione quadrupede.

“Nei mesi scorsi siamo stati chiamati dal leader della coalizione di centrodestra, presidente Silvio Berlusconi, a costituire una formazione cattolica e liberale in grado di dare più forza alla proposta politica del centrodestra - attaccano Cesa e Fitto in un comunicato congiunto - Su questa iniziativa abbiamo registrato adesioni ed entusiasmo diffusi, già evidenziati dai sondaggi d’opinione, tali da poter affermare che la nostra forza è indispensabile a fare prevalere la coalizione in numerosi collegi e assicurare al centrodestra il governo del Paese. Per raggiungere questo traguardo è necessario che ogni proposta politica abbia pari dignità, sia per i contenuti programmatici sia per i criteri di rappresentanza. Solo così le differenze tra le quattro liste potranno divenire elemento di ricchezza condivisa e non una insopportabile debolezza di tutta la coalizione”.

La concreta minaccia di una corsa solitaria prende sempre più piede in queste ore. “Se dobbiamo accontentarci di 13 collegi in tutta Italia, facciamo da soli” - riflette Salvatore Ruggeri. L’attuale assessore di Emiliano, che a Roma corre col centrodestra, spiega anche di infischiarsene del fuoco amico dei fittiani: “Non mi interessa quello che dicono gli altri: vado avanti per la mia strada. La posizione dell’Udc in Puglia la conoscevano tutti”. Ora, però, il problema sono i collegi: Salvini e Meloni fanno la voce grossa. “E’ difficile capire come Lega e Fratelli d’Italia non prendano atto di questa evidenza mettendo a repentaglio la maggioranza assoluta del centrodestra - spiegano in un comunicato congiunto Fitto e Cesa - Questo è quanto abbiamo rappresentato questa mattina durante un incontro che si è svolto con il presidente Berlusconi”. Il centrodestra rischia di rompersi una gamba prima del 4 marzo.

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