Centrodestra, Veneziani: il leader? Né Parisi né Salvini
"Ma senza populisti non si vince"
"Non mi riconosco né in Stefano Parisi né in Matteo Salvini, bisogna cercare una sintesi tra i due". Marcello Veneziani, politologo del Centrodestra, analizza con Affaritaliani.it il futuro di Forza Italia e Lega dopo la convention di Milano di Parisi e il raduno del Carroccio a Pontida. "Il Centrodestra deve essere nazionale e popolare e nessuno dei due ha la capacità di unire e guidare la coalizione. Parisi ha buone qualità manageriali ed è una persona capace ma probabilmente non è un leader politico dato che gli manca quella passione e quell'idea che servono per unificare la coalizione. Non si può creare una specie di Ulivo alla Prodi senza un progetto e un'essenza chiaramente antagonista rispetto all'avversario. Salvini invece ha dalla sua la capacità di intercettare il disagio e di rappresentare le ragioni del popolo rispetto alle sopraffazioni delle elite europee e allo sbarco continuo dei migranti, ma l'idea stessa di creare una coalizione a Pontida ricorda la secessione della Padania e quindi l'esclusione di una parte del Paese. C'è poi un'assenza di strategia politica culturale e la capacità di intercettare il malcontento è un pregio ma anche un limite. Salvini può essere il leader della Lega che concorre al progetto unitario ma non il capo della coalizione e il candidato premier".
Parisi e Salvini possono stare insieme? "Sì, come in passato stavano insieme Bossi, Berlusconi, Fini e Casini", afferma Veneziani. "Ma con un progetto politico a bassa tensione e con tutti i problemi che questo comporta. Il Centrodestra comunque può vincere - e nel Paese ha un'enorme potenzialità forse maggioritaria - solo se tiene dentro anche i populisti. Ovviamente non solo la Lega ma anche Fratelli d'Italia. Giorgia Meloni ha più equilibrio nazionale ma non ha l'appeal e un partito alle spalle in grado di essere l'alternativa a Renzi e al Pd". Chi potrebbe essere il leader che fa la sintesi tra Parisi e Salvini? "Attualmente non riesco a vederlo, forse dorme nelle pancia profonda del Paese. E comincio a pensare che possa non arrivare dal mondo della politica, anche se poi dovrà necessariamente contaminarsi con la politica". Paolo Del Debbio? "Non escludo nulla, ma è difficile che un intellettuale possa essere anche il leader politico con un largo consenso popolare", conclude Veneziani.