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Politica
Centrosinistra, Pisapia detta le condizioni a Renzi
Matteo Renzi e Giuliano Pisapia

Renzi in diretta Facebook commenta editoriali e notizie. Renzi smentisce i retroscena. "Non ho mai detto a Berlusconi che nono controllo i miei. È falso", dice. Come è falso che il piano B del segretario del Pd è ancora di andare alle urne presto usando le leggi di risulta delle sentenze della Consulta, aggiustate da una decreto legge del governo e con dimissioni del governo in carica. Infine il nuovo Renzi interessato al centrosinistra e al rapporto con quelli che stanno alla sua sinistra. Il segretario del Pd fa pensare ad un ripensamento della sua strategia quando commenta il voto britannico: "Corbyn adesso aprirà sicuramente un dibattito nella sinistra europea".

La replica di Pisapia. L'offerta di Renzi però non riscalda troppi i cuori. "Matteo Renzi faccia le primarie se davvero vuole la coalizione di centrosinistra, poi vediamo chi le vince". Lo ha spiegato il fondatore del Campo progressista, ed ex sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, intervenendo alla festa di Radio Popolare.

"Dopo mesi in cui ci stiamo impegnando nella costruzione di un nuovo centrosinistra - afferma Giuliano Pisapia, leader di Campo progressista - radicalmente innovativo, ampio e aperto, in cui siano rappresentate le tante anime dell'ambientalismo, della sinistra, del civismo, dell'associazionismo, del volontariato laico e cattolico, in discontinuità col passato, leggo di una proposta da parte del segretario del Pd quantomeno insolita. Per di più arrivata poche ore dopo il tentativo fallito della segreteria del Pd di far approvare, con coalizioni diverse, una legge elettorale che avrebbe portato all'ingovernabilità o a larghe intese con la destra".

"Rimango sempre favorevole al dialogo - ha concluso - ma tenendo fermo il punto che qualsiasi alleanza con il centrodestra è contro i nostri valori, oltre che un inganno agli elettori".

Rassegna stampa Pd. Durante la diretta Facebook, Renzi passa poi alla legge elettorale: "Avanti tutta con il governo Gentiloni. Pieno sostegno a questo esecutivo, che in queste ore sta lavorando alle questioni del Paese. Su questo, non accettiamo provocazioni. Nessuno di noi vuole un decreto”, commenta sfogliando i giornali. Giornali pieni di cronache e interpretazioni del voto di ieri alla Camera. Renzi spiega che "ieri c'è stato un fallimento davvero impressionante della proposta di legge elettorale condivisa dai cinque principali partiti, perché anche Sinistra italiana aveva concorso ad approvare questo testo. Visto l'appello del capo dello Stato - aggiunge - abbiamo deciso di fare di tutto per provare a fare un accordo sulla legge elettorale, di tutto, perché accettare il proporzionale tedesco era per noi un sacrificio. Aver accettato quel punto di accordo è stato un fatto giusto, il Pd aveva il dovere di stare nell'accordo e abbiamo fatto bene".

Renzi poi ricorda che c’era un sesto contraente del patto: la Svp, il partito della minoranza tedesca altoatesina. Lo fa dicendo che il Pd difenderà sempre la Svp. Naturalmente la colpa del fallimento ricade tutto sui grillini: "Chi ha preso in giro gli italiani ha un nome e cognome: Beppe Grillo. E non v'è chi non veda quanto sia grave quel che è accaduto".  "I Cinque Stelle - continua il segretario del Pd - sono stati inaffidabili come sulle unioni civili e su altre cose. Sono inaffidabili per definizione, hanno la stessa credibilità quando parlano di legge elettorale di quando parlano di vaccini e scie chimiche". 

Sul futuro della legge elettorale, Renzi ammette di "non essere ottimista". "La legge elettorale c'è, ha bisogno - per qualcuno - di alcuni accorgimenti tecnici. Dobbiamo evitare il fallo di reazione. Se qualcuno arrivasse oggi a dire di fare una legge contro Grillo, sarei il primo a dire che non dobbiamo farlo. Grillo ha tradito il patto con i propri iscritti al blog. Ha tradito loro, non noi. Vedremo se ci saranno le condizioni di fare una nuova legge con tutti gli altri, ma su questo non sono ottimista". Infine Renzi si occupa del caso Consip.  "Vogliamo sapere se qualcuno ha deciso di fabbricare delle prove false contro colui che allora era il presidente del Consiglio, non importa chi fosse - dice Renzi -  Chi prova a fabbricare prove false contro altri deve risponderne".

II primo show renziano su Facebook tocca tanti altri argomenti. Ma uno colpisce in particolare: "Sono usciti i dati Istat: 854mila posti di lavoro in più. Sono convinto che si potrà arrivare a un milione. Qualcuno lo ha fatto come slogan, altri lo fanno con i fatti". Una stoccata a Berlusconi, che sulla legge elettorale vuole continuare a trattare e a provare. E che al momento sembra il suo migliore alleato.

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