Politica
Cirillo sul trojan a Palamara: "Spento con Pignatone? Gravissimo"

Il caso Palamara continua a far emergere ombre sull'operato della magistratura e sull'indipendenza del Csm
Caso Palamara, annunciata una interrogazione
Il caso Palamara continua, a distanza di due anni, a far emergere – il riferimento è l’articolo de "Il Riformista” del 9 giugno 2022, dal titolo “Smentito Cantone. Il trojan fu spento per proteggere Pignatone. Ma il Csm sorvola..." – ombre sull'operato della magistratura e sull'indipendenza del Csm.
Rimbalza nuovamente alla cronaca, dunque, la strana vicenda del trojan che, all'epoca dei fatti, venne inserito nel cellulare di Palamara e che la sera della nota cena con il procuratore di Roma, in quel momento da poco in pensione, Giuseppe Pignatone – avvenuta il 9 maggio 2019 – non avrebbe registrato alcuna conversazione.
Sulla vicenda sarebbero emerse dichiarazioni discordanti tra quelle rese dal procuratore di Perugia, Raffaele Cantone – secondo il quale il trojan sarebbe stato programmato solo fino alle ore 18:00 – e quelle, invece, rese dalla Rcs, azienda milanese produttrice del software utilizzato per le intercettazioni, che, smentendo le prime, avrebbe confermato la programmazione della registrazione fino alla mezzanotte, ragion per cui il trojan avrebbe dovuto intercettare anche le conversazioni intercorse tra Palamara, Pignatone e altri importanti esponenti della magistratura". Lo dichiara il Questore della Camera e deputato di Fratelli d’Italia, Edmondo Cirielli.
"Intanto, dalla lettura del citato articolo de "Il Riformista”, emergono dubbi sulle modalità di conduzione dell’indagine del Gico della Guarda di Finanza.
Una discrezione – quella che avrebbe adottato il maresciallo Gianluca Orrea, quando la mattina del 9 maggio avrebbe deciso di annullare la programmazione del trojan per quella giornata, prevista dalle 18:00 a mezzanotte, a quanto pare effettuata il giorno precedente dal collega Roberto D’Acunto, e di fatti conclusasi alle 16:53 – che saprebbe troppo di discrezionalità, come se un sottufficiale della Guardia di Finanza avesse la facoltà di seguire criteri autonomi – e non quelli pianificati – nell’esercizio di determinate funzioni, se si tiene conto anche delle dichiarazioni del maggiore del Gico, Fabio Di Bella, sulle abitudini di Palamara di intrattenersi – soprattutto nelle ore serali, e fino a tardi – con amici e colleghi, proprio come sarebbe avvenuto la sera dell’8 maggio in cui il trojan sarebbe rimasto attivato addirittura fino alle 2 di notte.
Se fosse vero quanto riportato dall’articolo de "Il Riformista”, sarebbe davvero grave. Sul punto, dunque, occorrerebbe procedere con maggiore chiarezza ed approfondimento sia da parte della sezione disciplinare del Csm che dei ministri della Giustizia e dell'Economia e delle Finanze, per quanto di rispettiva competenza, essendo fondamentale verificare eventuali irregolarità, anche dolose, da parte degli organi preposti alle indagini. Presenterò un’interrogazione parlamentare ai ministri Cartabia e Franco”, conclude Cirielli.
A cura dell’ufficio stampa On. Edmondo Cirielli Questore Camera dei Deputati Fratelli d’Italia