Politica

Terremoto Trump, Velardi: "Schlein? Non è sul legame Meloni-Donald che può costruire l'alternativa al Cdx"

Usa, Ue, Ucraina... Su Affaritaliani.it l'analisi di Claudio Velardi

Di Alberto Maggi

"Cominciamo a cambiare le regole a Bruxelles togliendo il fatto che le decisioni debbano essere prese all'unanimità. Passare da questo alle decisioni a maggioranza sarebbe già un bel passo in avanti"


"Il problema è che Donald Trump e il suo vice J.D. Vance hanno terremotato la visione di democrazia e dello stato di diritto che abbiamo in Europa. E quando c'è un terremoto non ci si chiede se sia giusto o sbagliato, si prende atto di ciò che è accaduto e si cerca di ricostruire quanto c'era prima su basi nuove".

E' l'analisi, in estrema sintesi, di quanto sta accadendo nell'Unione europea dopo l'arrivo del duo Trump-Vance alla Casa Bianca e su che cosa potrebbe fare il Centrosinistra e in particolare il Pd di Elly Schlein, da parte di Claudio Velardi, storico saggista e blogger che nel 2002 ha fondato il quotidiano Il Riformista e che dal 2024 ne è il direttore responsabile.

Esponente prima del Partito Comunista Italiano (PCI), Velardi è stato poi nel Partito Democratico della Sinistra (PDS), e quindi dei Democratici di Sinistra (DS). Dal 1998 alla primavera del 2000 fu a capo dello staff dell'allora presidente del Consiglio dei ministri Massimo D'Alema, "una vita fa", come dice lui stesso sorridendo ad Affaritaliani.it.

Ma tornando ai temi di stretta attualità, Velardi afferma che "la democrazia in Europa non funziona bene e di questo non deve prenderne atto solamente il Pd ma anche Giorgia Meloni, la Cdu tedesca e tutti i leader europei come anche Emmanuel Macron. Devono prendere atto del fatto che la nuova politica americana sta terremotando il Vecchio Continente, inutile dire se questo terremoto sia giusto o sbagliato ma agire e cambiare".

Come? "Ad esempio nell'Unione europea manca totalmente una leadership e quindi serve partire dalla rifondazione delle regole dell'Unione stessa. E la prova è che oggi a Parigi non si ritrova l'Europa, ma è stato Macron a chiamare sei o sette Paesi amici o che gli piacciono per parlare di Ucraina e provare a rispondere a quanto sta facendo l'amministrazione Trump. Ma non è l'Unione europea a muoversi, anche in questo caso non esiste. Cominciamo a cambiare le regole a Bruxelles togliendo il fatto che le decisioni debbano essere prese all'unanimità. Passare da questo alle decisioni a maggioranza sarebbe già un bel passo in avanti. Poi io sarei favorevole all'elezione diretta del presidente della Commissione europea, ma non credo proprio che il tema sia all'ordine del giorno".

E infine alla domanda se, considerando la vicinanza con Trump di Giorgia Meloni, Schlein e il Pd possano utilizzare questo punto di politica internazionale, considerando proprio il 'terremoto americano', per costruire un'alternativa alla presidente del Consiglio e al Centrodestra a guida Fratelli d'Italia, Velardi non ha dubbi: "Non penso proprio. No, non è su Trump e sul rapporto con il presidente Usa che si può costruire la credibilità di una coalizione o di un'alleanza alternativa al Centrodestra. Trump è Trump, punto. Il Pd deve lavorare sui temi principali di politica interna, nazionale e italiana, per far nascere un'alternativa a questo governo. Che non può certo essere la contrapposizione al presidente Usa", conclude il direttore de Il Riformista.

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