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Politica
Codice antimafia promulgato, Mattarella a Gentiloni: servono modifiche

CODICE ANTIMAFIA: MATTARELLA, MONITORAGGIO GOVERNO E CORREZIONE SU DIRETTIVA UE

"L'estensione degli interventi effettuati" con il nuovo codice antimafia "e gli aspetti di novità che alcune delle norme introdotte presentano, rendono di certo opportuno che, particolarmente con riferimento all'ambito applicativo delle misure di prevenzione, il governo proceda a un attento monitoraggio degli effetti applicativi della disciplina, come è stato previsto dall'ordine del giorno approvato dalla Camera dei deputati nella seduta del 27 settembre 2017". Lo scrive il Presidente della Repubblica, Sergio MATTARELLA, in una lettera inviata al presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, al momento della promulgazione della legge, avvenuta "non ritenendo che vi fossero evidenti profili critici di legittimità costituzionale". Tuttavia il Capo dello Stato segnala l'esistenza di "profili critici" e quindi "l'esigenza di assicurare sollecitamente una stabile conformazione dell'ordinamento interno agli obblighi comunitari in relazione alle previsioni direttamente attuative di direttive europee, a suo tempo recepite nell'ordinamento interno e che non figurano nel nuovo testo".

In particolare MATTARELLA segnala al governo che l'articolo 31 della nuova legge, nel modificare la disciplina della cosiddetta confisca allargata in caso di condanna penale definitiva (articolo 12-sexies del decreto-legge n. 306 del 1992), non ha riportato nel citato articolo 12 sexies alcune ipotesi di gravi reati che erano state inserite nell'ottobre del 2016 dal decreto legislativo n. 202, attuativo di una specifica direttiva dell'Unione europea. Trattandosi di gravi ipotesi di reato quali: i delitti commessi con finalità di terrorismo internazionale; l'associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei reati di falso in monete e banconote; la corruzione tra privati; l'indebito utilizzo di carte di credito o di pagamento ed alcuni reati informatici, secondo il Capo dello Stato è opportuno che il governo intervenga per rimediare a tale omissione per assicurare la conformazione del nostro ordinamento agli obblighi comunitari oltreché una piena efficacia dell'azione repressiva in caso di condanna per tali reati.

Codice antimafia: errore procedura; Governo già al lavoro

Tecnici ed esponenti di Governo, secondo quanto si apprende, sono gia' al lavoro per il monitoraggio del codice antimafia e per rispondere rapidamente alle osservazioni del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che oggi ha promulgato il testo della riforma. Le osservazioni non avrebbero colto di sorpresa chi nell'Esecutivo si occupa da vicino della materia e aveva, alla luce anche delle direttive Ue, aggiunto la corruzione fra privati, l'associazione per contraffazione e alcuni reati informatici fra i reati per cui si rende possibile la confisca dei beni, a seguito di condanna. Reati che sarebbero 'saltati' nella navetta fra i due Rami del Parlamento per un mancato coordinamento formale del provvedimento che incide su norme contenute in due diversi testi e che verra' adeguato. Tre i vettori possibili in cui inserire le norme: il dl fiscale in via di conversione, la legge di Bilancio o la legge europea.

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