Politica

Conte "frega" Schlein e si schiera con Landini contro il Jobs Act

Di Alberto Maggi

La segretaria del Pd vorrebbe firmare il referendum abrogativo della Cgil ma se lo fa spacca il partito

Conte con Landini in chiave elettorale. Schlein all'angolo, i moderati Dem pronti alla rivolta

 

Vorrei. Vorrei tanto, ma non posso. Nella sfida a sinistra tra Elly Schlein e Giuseppe Conte, l'ex premier ha messo a segno un punto importantissimo proprio nel giorno della Festa dei Lavoratori, il Primo Maggio. Il leader del Movimento 5 Stelle non ha esitato a firmare il referendum promosso dalla Cgil per abolire il Jobs Act introdotto anni fa dal governo guidato da Matteo Renzi, allora segretario proprio del Partito Democratico. Conte ha così rilanciato in modo esplicito e plateale l'asse con il principale sindacato italiano e con Maurizio Landini.

Schlein e la sinistra Dem, ad esempio Andrea Orlando e tutti gli ex Articolo 1-Mdp, vorrebbero sottoscrivere il referendum della Cgil ma non possono farlo. Perché? Semplice: l'ala moderata del Pd, non solo gli ex renziani di Base Riformista (Lorenzo Guerini), ma anche la minoranza di Stefano Bonaccini e perfino la corrente di Dario Franceschini, che ha sostenuto Schlein alle primarie, è nettamente contraria. E, secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, nel caso in cui la segretaria schierasse il partito sul referendum per abrogare il Jobs Act di Renzi ci sarebbe una clamorosa scissione.

E Schlein non può permettersi fratture a poco più di un mese dalle elezioni europee dell'8-9 giugno, anche se sa perfettamente la mossa di Conte rischia di "rubare" voti a sinistra al Pd. Ma la segretaria non può permettersi di schierarsi in modo ufficiale con Landini, anche molti iscritti e militanti Dem hanno firmato il referendum della Cgil. Conte, scaltro e furbo, ha utilizzato l'iniziativa del primo sindacato italiano per continuare la sua "guerra" elettorale con il Pd.