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Conte-Landini, l'incontro segreto. Il ciaone del M5s a Elly Schlein e al Pd

di redazione politica

Il colloquio (di tre ore) doveva rimanere nascosto. I punti in comune: Rdc, no alle armi a Kiev e cessate il fuoco a Gaza

Conte-Landini, il vertice tra progressisti e il distacco sempre più marcato dai dem

Giuseppe Conte e Maurizio Landini si sono incontrati e il colloquio è durato oltre tre ore. Questo vertice tra il leader del M5s e il segretario della Cgil doveva rimanere segreto, invece i due sono stati "beccati". Il segnale è chiaro, seduti uno di fronte all’altro, per quasi tre ore, c'erano - si legge su La Stampa - due dei tre principali leader del campo progressista. La terza, Elly Schlein, non c’era: non invitata. Landini e Conte avevano molto di cui parlare. E nel lungo confronto - avvenuto domenica mattina - hanno toccato temi diversi. Di sicuro hanno parlato di contratti e di salario minimo. Di operai, stabilimenti e Stellantis, il gruppo di cui è principale azionista Exor. I punti comuni: no alle armi a Kiev a tutti i costi, cessate il fuoco a Gaza e difesa del reddito di cittadinanza. Ora c’è la sfida per le Europee, il duello con la segretaria Schlein per chi sarà il primo partito dell’opposizione. Alleati sì, ma finché voto non li separi. E ogni voto diventa essenziale su un percentuale che si assottiglia sempre di più.

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E certamente, - prosegue La Stampa - se Landini va a casa di Conte per una colazione domenicale, e si ferma a parlare tre ore con lui, un’altra leader si fa spettatrice interessata e preoccupata di questa sintonia: Giorgia Meloni. Landini e la Cgil sono parte di questo progetto che, nelle intenzioni, sarà la risposta al muro innalzato da Giorgia Meloni. Conte ha apprezzato che il sindacato e il suo leader abbiano con il tempo superato la tradizionale ostilità delle organizzazioni dei lavoratori all’idea di fissare una paga minima per legge. E Landini lo ha dimostrato quando ha pubblicamente e duramente respinto il documento di Renato Brunetta, presidente del Consiglio nazionale dell’Economia e del Lavoro, a cui Meloni aveva chiesto un parere. "Forzatura mai fatta – disse il sindacalista - il Cnel è ormai assoggettato a logiche politiche". Conte e Landini hanno costruito un rapporto di intesa in questi anni, sin da quando il primo sedeva a Palazzo Chigi. Schlein adesso è avvisata, anche se questo incontro sarebbe dovuto restare segreto.