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Politica
Bergamo, la strategia attendista di Italia Viva: "Bene Gori, ma Carnevali..."
Gianmarco Gabrieli e la capogruppo alla Camera di Italia viva Maria Elena Boschi

Il coordinatore di Italia Viva Gianmarco Gabrieli: "Gori ha fatto bene, Carnevali è molto diversa. Attendiamo i programmi"

C'è un sonetto dei canti popolari fiorentini che suona più o meno così: o ragazzina dalle belle ciglia, vi vogliono tutti ma nessuno vi piglia. Il proverbio si riferisce a tutte quelle ragazze particolarmente belle, ma così belle e così presuntuose che alla fine restano sole.

Il detto popolare potrebbe calzare a pennello ad Italia Viva a livello nazionale dove fatica a trovare alleati per correre assieme alle Europee, ma a livello comunale, sia il csx che il cdx, si stanno truccando al meglio per poter conquistare un cospicuo pacchetto di voti centristi che saranno determinanti per la scelta del nuovo sindaco di Bergamo.

A tal proposito abbiamo sentito in esclusiva per Affaritaliani, il neocoordinatore cittadino Gianmarco Gabrieli.

Buongiorno, tutti vi cercano, ma vi fate desiderare. Avete già un'idea sul candidato da sostenere? Carnevali o il probabile Pezzotta?

Come Italia Viva abbiamo fatto molte riunioni sul tema delle elezioni amministrative del comune di Bergamo e riteniamo che il migliore sindaco per il dopo Gori sia Giorgio Gori.  Intendiamoci, sappiamo perfettamente che non è candidabile, ma i risultati positivi dei suoi quasi 10 anni di mandato sono evidenti e raccoglie un gradimento del lavoro fatto anche di un elettorato moderato che noi rappresentiamo (ricordiamoci che la vittoria del 2004 fu concomitante con lo straordinario risultato di Matteo Renzi alle Europee che raccolse il 40%).

Quindi, più che sul candidato da sostenere, noi riteniamo che sia importante migliorare il lavoro svolto di ampio respiro sulla città, ma non siamo attualmente convinti della proposta politica dei candidati di sinistra e di destra perché non c’è ancora nessuna proposta, nessun programma su cui discutere.

In caso di corsa solitaria con un vostro candidato, al ballottaggio chi vi potrebbe convincere di più?

Da alcuni mesi abbiamo intrapreso un percorso con Azione, Libdem e altre forze civiche per costruire una nostra visione che non si limita alla città di Bergamo ma include l’hinterland, perché i problemi della città sono dimensionali.

Bergamo è una città da 120 mila abitanti, ha le dimensioni di un quartiere di Milano e i problemi di un capoluogo metropolitano: per noi sarà più convincente chi saprà sposare il nostro programma che stiamo delineando e che è basato su una visione di una Grande Bergamo, non solo di infrastrutture stradali ma di una Grande Bergamo del welfare, dell’innovazione, della promozione turistica allargata e dello sviluppo economico e sociale.

La base del terzo polo sembra più propensa ad appoggiare Elena Carnevali, farete una sorta di referendum interno?

I referendum sono sempre uno strumento tranchant, che pone all’elettore poche opzioni: il vantaggio di far parte di una comunità politica come la nostra è quella di conoscersi, di andare oltre al sì/no per guardare alla sostanza e alle condizioni delle scelte. Inoltre, queste elezioni potrebbero rivelare delle sorprese. Nel caso in cui proponessimo un nostro candidato sindaco e andasse al ballottaggio nemmeno a destra o sinistra userebbero il referendum per decidere cosa fare: sia l’elettore di destra sia quello di sinistra al ballottaggio sceglierebbe la nostra proposta perché offrirà soluzioni pragmatiche e non ideologiche e quindi più trasversali e condivisibili.

In attesa di possibile alleanze, facciamo un bilancio su questa giunta?

La giunta nel complesso ha lavorato bene ma nella scala del particolare ci sono una serie di problematiche evidenti, che evidenziano una scarsa attenzione ai dettagli sia sulle opere realizzate sia sui futuri progetti. Esempi a decine:

la passarella di Campagnola, di cui ci si è accorti solo in fase di posa che doveva essere spostata arrecando un grave disagio ai privati dirimpettai.

Il parco avventura alla Malpensata che è diventato una nuova area di degrado (e i residenti avevano già sollevato la contrarietà in fase progettuale)

La banda larga: perché non basta bearsi di essere tra le città più smart d’Italia quando non si è capaci di portare la fibra ottica nel centro città (in tutta via XX Settembre e vie limitrofe c’è ancora il vecchio doppino di rame)

Il disagio degli studenti dei genitori della scuola Rosa in zona Stadio, che meriterebbe un approfondimento a parte

Il rifacimento della stazione che comporterà dei problemi di ordine pubblico perché fisicamente non c’è spazio per pullman e studenti, e di cui vere soluzioni per prevenirli non ci sono.

Quindi non basta prendere i 18 milioni di euro del bando periferie del Governo Renzi o i finanziamenti del fondo PNRR, occorre anche una capacità progettuale che entri nel dettaglio e che ovviamente investe nelle responsabilità la macchina comunale.

Il traffico è uno dei temi che stanno più a cuore dei bergamaschi, qual è la vostra idea?

Il problema del traffico vissuto in questi anni è dovuto a due fattori principali, il primo è l’incapacità di coordinamento dei cantieri (non solo comunali) e il secondo la mancanza di coordinamento dello sviluppo territoriale, ma di fatto hanno la stessa radice: la mancanza di una Grande Bergamo. 

Curno ha sviluppato centri commerciali oltre misura, comuni come Petosino sono cresciuti in 50 anni da 3/4mila abitanti a 9mila, così come tutti gli altri comuni intorno a Bergamo che invece ha mantenuto stabile la propria popolazione.

Il problema del traffico esiste, soprattutto in entrata ed uscita dalla città , ma è generato dai comuni limitrofi e dovrebbero farsene carico loro per primi o almeno compartecipare ai costi.

Tema sicurezza, il cdx esagera nel dire che Bergamo è una città insicura? Cosa ha in mente per migliorare la sicurezza dei cittadini, soprattutto di sera in alcune zone come la stazione?

Il tema della sicurezza non è solo una questione di percepito, esiste ed è un problema reale. Qui bisogna lavorare su più fronti. Il primo intensificare il lavoro in ambito sociale, con una maggiore attenzione alle fragilità; il secondo per i problemi di criminalità e aggressioni non basta investire in telecamere, ma occorre anche che ci sia qualcuno a guardarle e quindi potenziare il servizio dei vigili urbani.

Inoltre, la stazione va presidiata con un servizio permanente: non occorre la militarizzazione che potrebbe psicologicamente aumentare dubbi sulla sicurezza, ma l’infopoint turistico dovrebbe essere condiviso con le forze dell’ordine.

La sicurezza è anche quella stradale, la ex comandante Mirella Pontiggia puntava molto l'attenzione sulla distrazione alla guida, come pensate di agire in questo campo?

Sicuramente la distrazione alla guida è un fattore ma non solo. La città è piena di angoli ciechi, di immissioni in vie con scarsa visibilità: occorre una mappatura e intervenire con l’installazione di specchi stradali e segnaletica adeguata. Città Alta è diventata negli anni il paradiso dei runner: anche qui occorre una segnaletica specifica che indichi la potenziale presenza sulla strada di chi fa attività fisica.

Tremaglia e Sorte dicono che con Carnevali il PD ha spostato l'asse a sinistra rispetto a Gori. E' d'accordo?

Basta guardare l’evidenza dei fatti: tra i sostenitori di Carnevali ci sono anche gruppi di persone che non hanno sostenuto la giunta Gori ma anzi hanno fatto una forte opposizione su molti progetti specifici. Anche per questo motivo riteniamo che la coalizione Carnevali sia molto diversa dalla giunta Gori.

Sinceramente, faccia un pronostico: tra Pezzotta e Carnevali, secondo lei chi ha più chance di vittoria?

Vincerà la concretezza in ogni caso.  Abbiamo sempre avuto dei buoni sindaci con delle discrete squadre, tanto che Bergamo è sempre stata amministrata bene e lo sarà anche in futuro, anche se la sfida che dovremmo porci non è fare solo bene ma benissimo e alzare un po’ di più l’asticella.

A livello nazionale rischiate di non superare lo sbarramento del 4% alle europee, Calenda vi ha chiuso le porte, come pensate di fare? Andrete davvero con Cuffaro e Mastella?

Ci sono tre grandi famiglie politiche europee: i popolari a destra, i socialdemocratici a sinistra e al centro i liberali di Renew Europe di cui fa parte Emmanuel Macron ma di cui facciamo parte anche noi di Italia Viva, Azione e +Europa.  A Bergamo, come Italia Viva e Azione stiamo già lavorando insieme e spero che lo si possa fare anche per le europee.

La politica deve guardare innanzitutto ai valori, alle idee e alle progettualità, queste tre forze si devono mettere insieme non per convenienza, non perché sono tre partiti al tre per cento che insieme potrebbero raggiungere un risultato a doppia cifra, ma perché sono tre partiti con la stessa matrice culturale, europea, atlantista e liberaldemocratica e che devono porsi l’obiettivo di portare Mario Draghi alla guida della Commissione Europea. Abbiamo bisogno di una figura di altissimo profilo come la sua perché l’Europa ha un patrimonio enorme che non può essere ridotto ad un mero mercato in preda al globalismo. Abbiamo delle grandi sfide e abbiamo bisogno di pensatori della politica e statisti che guardino alle prossime generazioni.

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