Politica

Coronavirus, Conte svolta: “unità” di intenti fra maggioranza e opposizione

Di Massimo Falcioni

Non è il momento di avventure, di un nuovo governo, fosse anche il più volte invocato governo di “unità nazionale”

Il coronavirus picchia duro con il nuovo record di positivi, già oltre i 31.000 casi e 199 morti nelle ultime 24 ore, portando l’Italia ad avere il primato negativo per la curvapeggiore  d’Europa, con effetti destabilizzanti sulla vita quotidiana dei cittadini, non sono quelli gravissimi sulla salute. La crisi sanitaria ed economica sta diventando una crisi sociale con ripercussioni pericolose sull’ordine pubblico e, peggiorando, per la stessa tenuta democratica del Paese. Con quel che sta accadendo in molte città nelle rivolte di piazza contro il dpcm,  presto, con lo “scenario 4”, avremo anche il record delle proteste non autorizzate contro le chiusure, manifestazioni sempre più violente, vere e proprie guerriglie urbane, con atti vandalici, lanci di molotov, cariche della polizia contro i manifestanti formati anche da gente responsabile (commercianti, artigiani, albergatori, ristoratori, camerieri, cuochi, partite Iva, precari, disoccupati, ecc.) preoccupata di fallire e perdere tutto ma “guidati” da frange di infiltrati, violenti e fecce di ogni tipo che strumentalizzano la situazione soffiando sul fuoco nella logica del tanto peggio tanto meglio.

Insomma, per dirimere la matassa sempre più ingarbugliata Covid-crisi sanitaria ed economica-ordine pubblico-  serve l’autorità e l’autorevolezza della politica e delle istituzioni perché il legittimo,  profondo e reale malcontento sociale non diventi il detonatore per il caos generale. Comprensione e dialogo con chi protesta civilmente rispettando le regole e soprattutto aiuti concreti e immediati a chi oggi è in forte difficoltà e rischia di perdere tutto: ma pugno duro, usando tutti gli strumenti dello Stato, contro chi vuole solo il caos. Nessuno, ad ogni livello nazionale e locale – né i partiti di governo né i partiti di opposizione e né i sindacati e le organizzazioni di categoria – può tirarsi indietro, o peggio, ciurlare nel manico per interessi di partePer ilpotere politico inadeguato, inefficiente, clientelare come mai prima,  è l’ora della verità. Una ad una cadranno le maschere dei partiti e delle rispettive leadership. Potrebbe essere proprio la crisi prodotta dalla pandemia a far scollare quel poco di saldatura che c’è ancora fra i partiti di maggioranza e far venir giù tutto. Ci sono nel Paese fenomeni di distacco e di rigetto rispetto ai 5Stelle, al Pd e a tutta la coalizione della maggioranza unita solo dal timore di perdere il potere riaprendo le porte di Palazzo Chigi a Salvini&C. Quel centrodestra che, a sua volta, non ha le carte in regola per sostituirsi alla pur claudicante maggioranza giallorossa. 

Qui siamo. L’epidemia dilaga anche perché gestita con approssimazione da Governo e regioni nel solito scaricabarile gettando così alle ortiche i sacrifici compiuti da gran parte degli italiani nei mesi del lockdown. Adesso non basterà a Conte dire: “Regna ancora grande incertezza ma il governo ce la metterà tutta”. Ma, al contempo, non si può non ricordare quel centrodestra irresponsabiledi Salvini e della Meloni che  avevano fatto girare il disco dell’”epidemia finita,” bollando la richiesta di una proroga dello stato di emergenza quale “pretesa inaccettabile” contro cui fu persino organizzata una manifestazione nazionale di protesta. Per l’Italia, sarà un duro, durissimo inverno sanitario e sociale, lunghi mesi che metteranno a dura prova la tenuta del Paese. Che fare? Si invoca, da più parti, il cambiamento, la svolta politica, cui però mancano oggi le condizioni in Parlamento e nel Paese.

In questa situazione, una crisi di governo al buio sarebbe esiziale. C’è l’inadeguatezza del governo così come c’è l’inadeguatezza di tutte le forze politiche, di maggioranza e di opposizione. Se si butta a mare Conte - comunque il premier che con la sua azione concreta e di mediazione ha evitato lo sfascio - in bocca agli squali ci finiscono gli italiani. Allora? Fermi non si può stare. C’è una questione del governare il Paese adesso pur con una maggioranza non coesa e poi c’è la questione del dopo pandemia che dovrà essere affrontata da un nuovo governo, frutto di una maggioranza che dovrà uscire da elezioni politiche anticipate, forse già in primavera. La prossima settimana Conte salirà alla Camera per comunicazioni sulla situazione economica e sanitaria del Paese: ci saranno mozioni e si voterà: di fatto un voto sul governo. O il patto claudicante di legislatura fra le forze di governo si rafforza o si scivola in uno stato di ulteriore precarietà, esiziale per il Paese. Il Parlamento dovrà farsi carico della situazione verificando qual è lo stato di salute della maggioranza o se ci sono le condizioni per una alternativa.

Prima ancora saranno i partiti e le rispettive leadership a dover fare chiarezza. Non è il momento di avventure, di un nuovo governo, fosse anche il più volte invocato governo di “unità nazionale” . Da solo questo governo non ce la fa e non ce la farà e non sarà per niente facile trovare in quell’opposizione di centrodestra che governa 15 regioni su 20 e che verosimilmente è maggioranza (elettorale) nel Paese la disponibilità a mettersi ai remi perché la tentazione di Salvini, Meloni&C di lasciare andare a picco Conte e i suoi, è forte. Ma, stavolta, a picco ci va l’Italia, a picco ci vanno tutti. Tocca a Conte, ancor meglio e più di prima, farsi garante di una “unità di intenti” e di una nuova “unità d’azione” portando tutti i partiti – di governo e di opposizione – a condividere una nuova piattaforma di nuovi provvedimenti che sarà necessario varare subito per il bene di tutti gli italiani, perché il Paese resista e possa salvarsi.