Politica
Coronavirus, Decaro: “Comuni a rischio default, servono 5 mld"
Il presidente Anci e sindaco di Bari avverte sul rischio default dei comuni e chiede chiarezza sulle linee guida che regolano i trasporti
Coronavirus, Decaro: "Servono 5 mld ai comuni. Rischio default"
"Servono almeno 5 miliardi per i comuni", così Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente Anci su Radio 24 parlando del sostegno che occorrerebbe ai comuni italiani per far fronte alla crisi economica-sociale scaturita dalla crisi sanitaria. "Abbiamo intenzione di non far pagare alcune tasse ai nostri cittadini come quella dell'occupazione di suolo pubblico per i ristoratori o quella della pubblicità per le imprese - e aggiunge - sappiamo che è contro le regole comunali ma non possiamo far pagare a chi non ha entrate".
CORONAVIRUS: DECARO, 'DA 4 MAGGIO 2,7 MLN PERSONE SI SPOSTERANNO, PIU' CORSE TPL'
"Noi sindaci stiamo cercando di lavorare sulle linee guida che sono arrivare tra stanotte e stamattina e ci tocca capire adesso come far spostare le persone. Dal 4 maggio saranno 2 milioni e 700mila le persone stimate che si sposteranno e non potremo utilizzare i mezzi di trasporto a pieno carico. Se ci fossero finanziamenti dello Stato per aumentare il numero delle corse, naturalmente questo problema sarebbe meno impattante sul territorio". Così Antonio De Caro, sindaco di Bari e presidente Anci, ospite di 24 Mattino su Radio 24. "Se riduciamo a un quarto la capacità di un autobus o di una metropolitana, dobbiamo quadruplicare il numero delle corse e i costi - continua De Caro - Un po' dovremmo aumentare il costo del trasporto pubblico, un po' dovremo tagliare le linee che servono meno per incrementare quelle che servono di più. Dove andremo a tagliare le corse, là bisognerà usare la bici, il monopattino elettrico...dovremo incentivare questi mezzi e iniziare a pensare a quando aumenteranno ancora i numeri di queste persone che vanno a lavorare"
CORONAVIRUS, DECARO (ANCI): 'SU TRASPORTO PUBBLICO ALCUNA INDICAZIONE'
"Non abbiamo ancora un protocollo definito sul trasporto pubblico che avrà una completa trasformazione", eppure dal 4 maggio si sposteranno 2 milioni e mezzo di persone in più. Così Antonio Decaro, presidente dell'Anci, ospite della trasmissione 'Circo Massimo' su Radio Capital, secondo cui, dovrà cambiare il nostro approccio alla mobilità ma per "riorganizzare il tutto abbiamo bisogno delle le linee guida che ci diranno quante persone potranno salire su autobus, un treno o una metropolitana; organizzare prima è difficile e mancano solo 7 giorni alla riapertura". Per garantire la sicurezza degli spostamenti, "probabilmente dovremo ridurre le corse in alcune zone e orari in cui non c'è una forte domanda per concentrarle nelle zone a domanda più forte; nelle altre aree dovremo utilizzare mezzi alternativi, con bici e monopattini elettrici". In generale, spiega Decaro , sulla fase 2, "sono soddisfatto per le indicazione delle attività che riapriranno e che sono le aziende manifatturiere, costruzioni e i negozi di commercio all'ingrosso a supporto di queste due filiere. Non sono soddisfatto per le esigenze che nasceranno con queste riaperture", ovvero l'utilizzo del trasporto pubblico e la gestione dei bambini: "ci aspettiamo, infatti, indicazioni sui bambini che fanno parte dei nuclei familiari dove entrambi i genitori dovranno tornare a lavorare".
Per Decaro sarebbe auspicabile "l'ampliamento del bonus baby sitter o la possibilità di aprire all'aperto i cortili delle scuole". Proprio su questo "c'è un appuntamento virtuale da domani con la ministra Bonetti per capire se c'è la possibilità di utilizzare i cortili degli oratori e delle scuole sempre all'aria aperto, con un numero sempre contingentato di bambini". Quanto agli uffici pubblici "attualmente sono quasi tutti in smart working. Quando riapriremo ci sarà bisogno di una norma che dovrà supportare il cambio degli orari per evitare di concentrarci tutti nella stessa fascia, riaprendo magari anche di sabato e domenica". Infine, sui il rinvio della riapertura per bar e ristoranti "condivido la prudenza. Dobbiamo ricordarci - conclude Decaro - che non abbiamo sconfitto il virus abbiamo solo ridotto l'emergenza sanitaria".