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Coronavirus, "Eliminare le leggi antimafia per ripartire? Errore gravissimo"

Il Presidente del Consiglio di Stato Griffi: "Troppa burocrazia aumenta il prezzo della corruzione, non la elimina"

Coronavirus, "Eliminare le leggi antimafia per ripartire? Errore gravissimo"

L'emergenza Coronavirus in Italia continua, anche se il Paese prova a ripartire. Ma dal presidente del consiglio di Stato Filippo Patroni Griffi arriva un grido di allarme chiaro per il governo. "Vincolare nel dettaglio tutti i passaggi amministrativi, dall’aggiudicazione degli appalti allo svolgimento dei lavori, - spiega al Corriere della Sera - aiuta ad aumentare il prezzo della corruzione, non ad eliminarla. Se le regole sono poche e chiare, l’apparato burocratico può diventare un volano della ripresa dopo la crisi da coronavirus; se invece restano tante e confuse sarà un problema in più. Il codice degli appalti bisogna riscriverlo velocemente, eliminando tutte le norme che non sono direttamente imposte dall’Unione europea e trasformarlo in uno strumento essenziale ma efficace".

"Non si deve approfittare dell’emergenza e dell’esigenza della semplificazione - prosegue Griffi - per aprire nuove strade al malaffare e alle infiltrazioni della criminalità organizzata. E vorrei ricordare che l’Anac, l’Autorità anticorruzione, è stata forse caricata di troppe funzioni, ma resta una struttura essenziale per evitare l’elusione delle norme, molto più insidiosa della violazione. Non è certo un ente inutile, ma bisogna fare in modo che si concentri sui compiti per cui è stata istituita. Eliminare le le leggi antimafia - conclude Griffi al Corriere - sarebbe un errore gravissimo. La Corte costituzionalene ha appena confermato la legittimità e necessità, fermo restando il diritto degli imprenditori alla garanzia di non essere esclusi impropriamente dalle gare. E’una precauzione da mantenere, magari accompagnata da altri accorgimenti".